Berlusconi e la nuova strategia: “Ora parlerò al Paese”

Pubblicato il 22 Settembre 2011 - 09:05 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

ROMA – Dopo aver ricevuto le rassicurazione di Bossi, dopo aver parlato con Napolitano, per Berlusconi è il momento dell’ottimismo: “Resto in sella, sono in pista”. E prepara un nuovo messaggio agli italiani per spiegare la sua svolta.

Silvio Berlusconi esce dal Quirinale vero le 9 di sera, dopo un’ora e mezza di colloquio con il presidente Napolitano. E’ ottimista, anzi di più. Chi lo ha incontrato lo descrive quasi gasato, tanto che con i suoi sfodera una battuta: “Come è andata? No, Napolitano non si vuole dimettere”.

Ripete come un mantra che tutto andrà bene, che resta saldamente al governo. Rispondendo al Corriere della Sera il tono è quasi concitato: “È andata bene, benissimo, non si è parlato affatto di questa cosa delle mie dimissioni, che non esiste, ho ribadito a Napolitano che il governo è al lavoro, pienamente in sella e deciso ad andare avanti. Sono in pista”.

Berlusconi ieri sera era arrivato al Colle dopo aver intascato la fiducia di Bossi. Sul voto per la richiesta di arresto del deputato Milanese, stamattina la maggioranza si gioca una partita importante, vitale. E proprio all’ora di cena Bossi ha detto che voterà no all’arresto: “Voto per non far cadere Berlusconi”. E sulla linea del Senatur si adegua tutta la Lega, anche l’ala recalcitrante di Maroni. Se Milanese resta in piedi, anche il governo resta in piedi. E’ con questa sicurezza che ieri Berlusconi è andato da Napolitano.

Il presidente della Repubblica ha chiesto rassicurazioni sull’agenda di governo, con misure immediate che diano l’avvio allo sviluppo, unico modo per far crescere il Pil e abbattere così il debito rassicurando mercati, investitori, Banca centrale e Fondo monetario. Berlusconi ha risposto con la sua scaletta di priorità. Nell’ordine: ddl sulle intercettazioni, processo lungo, decreto sullo sviluppo, un piano per le infrastrutture e misure per la semplificazione normativa.

Uscito dall’incontro con Napolitano, Berlusconi dice al Corriere che sta lavorando a un messaggio: “Quando sarà finita questa storia, quando tutte le carte di questi magistrati che agiscono fuori dalla legge saranno sul tavolo allora si saprà chi ha avuto torto e ragione, allora sarà il momento di dire la verità al Paese e alla stampa internazionale, farò una serie di comunicazioni e mi sto preparando”.

Non riesce a trattenersi sull’inchiesta su Tarantini: “Il ministro della Giustizia e il Csm a dover intervenire su una vicenda che si è svolta interamente fuori dalle regole, basti pensare che senza competenza i pm di Napoli hanno persino arrestato due persone accusandole di estorsione, senza ascoltare la presunta vittima del reato, ovvero il sottoscritto. C’è stato e c’è ancora un attacco dei pm contro di me e ancora nessuno ha detto una parola”.