A Berlusconi piace “dare i numeri”: il premier e la “malattia” dei sondaggi

Pubblicato il 3 Giugno 2010 - 13:13 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Ad alcune persone piace “dare i numeri”, a Silvio Berlusconi piace prima “riceverli” e poi “darli”. Da quando è “sceso in campo” nel 1994, il premier ha introdotto nel mondo politico italiano la “fissazione” per i sondaggi.

Il Cavaliere sembra “ossessionato” dalla necessità di sapere sempre e comunque qual è il suo indice di gradimento. Che si tratti di un bisogno di autostima, di “deformazione professionale” che deriva dall’attività di imprenditore (e quindi dalle indagini di mercato) o di semplice vanità, poco importa. Fatto sta che dal suo ingresso nel teatro politico nazionale, Berlusconi non ha esitato a contornarsi di esperti nel campo dei sondaggi, della comunicazione e della statistica.

In origine fu Gianni Pilo con la sua Diakron. Col tempo “subentrò” Luigi Crespi, inventore di Datamedia. Ora in cima alla classifica delle preferenze è arrivata Alessandra Ghisleri con la sua Euromedia Research. Basandosi sui dati dispensati da queste figure, Berlusconi sciorina numeri che nella maggior parte dei casi lo “premiano” come “Optimus Princeps”, sempre amato dai suoi “governati”.

Per questo il Cavaliere è letteralmente “terrorizzato” quando qualcun altro fornisce dati diversi dai suoi. E’ successo per esempio l’1 giugno, quando durante Ballarò ha chiamato in studio per contraddire Nando Pagnoncelli: il presidente di Ipsos si era “permesso” di dire che la fiducia degli italiani nei confronti del premier era scesa al 48%. “Il mio gradimento è al 62%”, ha ribattuto Berlusconi. Il premier citava le parole della “fedelissima” Ghisleri, che comunque aveva ammesso un calo nei consensi rispetto a un anno fa.

Un nuovo sondaggio, però, dipinge come ancora più “nera” la situazione per Berlusconi e i suoi: secondo un rilevamento effettuato dall’istituto Demos, presidente del Consiglio e governo hanno toccato i minimi dalla primavera del 2008. In base a quanto dice il sondaggio, l’orientamento verso Berlusconi è giudicato in modo “positivo” o “sufficiente” dal 43% degli elettori: quasi sei punti in meno rispetto a quattro mesi fa, e quasi 10 rispetto a un anno fa. Anche la maggioranza si ferma a quota 46,7%, un punto in meno rispetto al 2009.

Questi numeri faranno probabilmente venire il “prurito” al premier, specie se paragonati alla fiducia di cui godono invece Gianfranco Fini e Giulio Tremonti: secondo Demos il presidente della Camera è al 54,4%, mentre il ministro dell’Economia è al 52,4%.