Berlusconi, Papa: un solo grido. “Mi vogliono rovinare”

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 6 Luglio 2011 - 11:34 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi e Alfonso Papa (Lapresse)

ROMA – Da Silvio Berlusconi ad Alfonso Papa un solo grido: “Mi vogliono rovinare”. Il capo del governo ma soprattutto in questo caso “capo” di Mediaset ha pronunciato le tre fatidiche parole nel pomeriggio in cui ha dovuto mollare la leggina che esentava la sua azienda dal pagare eventuale risarcimento dopo sentenza di secondo grado in causa civile. “Mi vogliono rovinare” e ha prospettato rovina anche per dipendenti e lavoratori delle sue televisioni. Una mezza giornata dopo Alfonso Papa, il deputato del Pdl di cui alla Camera si discute e si vota se concedere o no l’autorizzazione all’arresto per reati comuni, ha spiegato ai suoi pari: “Mi vogliono rovinare”. Secondo la sua ricostruzione lo vogliono rovinare gli ex colleghi magistrati di Napoli un po’ per sfizio e un po’ per odio personale.

“Mi vogliono rovinare”, dove abbiamo già sentito questa frase? Nei film della commedia all’italiana. “Mi vogliono rovinare” diceva Vittorio De Sica sindaco che correva in auto dalla sua amante multato da Alberto Sordi vigile urbano. “Mi vogliono rovinare” diceva Totò commerciante di tessuti che poco pagava le tasse davanti ad Aldo Fabrizi ispettore del fisco nei “Tartassati”…

“Mi vogliono rovinare”: frase che sentiamo anche nella cronaca contemporanea. E’ la frase di Cesare Pambianchi che aveva studio in Roma dove le aziende andavano ad imparare, a pagamento, come non pagare le tasse. “Mi vogliono rovinare” è la frase del palazzinaro cui è capitata la rovina di un lavoratore in nero che è venuto giù dall’impalcatura del cantiere e che bisogna portare in ospedale fingendo sia caduto dalle scale di casa sua altrimenti è una “rovina”. “Mi vogliono rovinare” è la frase dello studente, e spesso anche dei suoi genitori, cui i professori assegnano, quando ancora lo fanno, un voto di insufficienza.

“Mi vogliono rovinare” dice il falso dentista quando si scopre che non ha i titoli per esercitare. “Mi vogliono rovinare” dissero a suo tempo Calisto Tanzi e Sergio Cragnotti e tanti altri. “Mi vogliono rovinare” dice il dipendente pubblico scoperto in clamoroso assenteismo. “Mi vogliono rovinare” è il supremo alibi e la sfacciata rivendicazione. Alibi per tutto ciò che si è fatto e rivendicazione del poter continuare a farlo. Ora, dopo l’ultima giornata trascorsa, sappiamo con certezza documentata che il “Mi vogliono rovinare”della tragicommedia italiana ha traslocato dai film e dalla cronaca minuta a Palazzo Chigi e in Parlamento.Non sono più “casi umani” narrati in storie di costume, sono casi di governo scritti negli atti ufficiali della Repubblica.