Berlusconi punta il Quirinale, non si tiene e lo dice alla radio. Destra vince, presidenzialismo e subito Mattarella ciao

Berlusconi: se presidenzialismo Mattarella si dovrà dimettere. Che significa? Significa che il sogno, la voglia, l'ambizione di Berlusconi puntano al Quirinale. Ecco come ed ecco probabilmente perché ha detto a Meloni e Salvini: andate, andiamo...

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 12 Agosto 2022 - 11:19 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi punta il Quirinale, non si tiene e lo dice alla radio. Destra vince, presidenzialismo e subito Mattarella ciao

Berlusconi punta il Quirinale, non si tiene e lo dice alla radio. Destra vince, presidenzialismo e subito Mattarella ciao FOTO ANSA

Silvio Berlusconi si è entusiasmato. Oppure non si tiene. Passione o incontinenza che sia, gli è scappata. Voce dal sen fuggita e consegnata alla radio, voce da dentro, dal profondo e dal vero delle aspirazioni e voglie e sogni di Silvio Berlusconi. Forse la ragione riposta per cui ha detto a Meloni e Salvini: andate, anzi andiamo a smontare il governo, a montare elezioni, andiamo a vincere, qui e ora, subito. La ragione profonda e vera sembra proprio essere quella che disegna un a voi Meloni e Salvini la politica, il governo, il potere se ci riuscite.

A me Berlusconi la Storia, la storia nazionale sotto forma della presidenza della Repubblica. A me, l’uomo che creò prima dei quartieri, poi delle mini città, l’uomo che creò, anzi inventò la tv commerciale, anzi la tv quasi così come è adesso, a me che ho inventato un’altra forma di far politica e l’ho fatta diventare dominante, a me il più amato e perseguitato dagli italiani, a me la suprema e massima rivincita, il riconoscimento adeguato, il posto a dimensione della mia statura. A me qui e adesso, prima che sia troppo tardi, la presidenza della Repubblica.

Presidente votato dal popolo

Silvio Berlusconi non solo presidente della Repubblica al pari degli altri ma primus, primo ad essere votato dagli italiani stessi e non dal Parlamento. Come si fa, come farlo avvenire? Primo: la Destra vince le elezioni il 25 settembre 2022. Quindi avrà governo e maggioranza in Parlamento. Destra che ha esplicitamente in programma il presidenzialismo, cioè l’elezione diretta del Capo dello Stato. Qualcosa che trasforma la funzione di garanzia del Capo dello Stato in missione politica della stessa magistratura. Non il diavolo in terra ma qualcosa di netto e che dovrebbe, se fatta, riportare e inventare rapporti e poteri reciproci tra il capo del governo e quello dello Stato e tra questi e le Camere.

Ma Berlusconi e la Destra in genere non ha gusto per queste che considera pignolerie, il sogno è che il Capo dello Stato sia finalmente un capo e un capo dei loro, della loro Italia. Quindi seconda tappa, da percorrere in fretta: governo e maggioranza della Destra varano legge su presidenzialismo. I fretta perché la tappa è lunga, lunghissima nel caso la Destra non raggiunga i due terzi dei parlamentari. Terza tappa: elezione diretta del Capo dello Stato e chi se non Silvio Berlusconi candidato e presidente?

Il cuore e la voglia oltre l’ostacolo

Berlusconi non si tiene e lancia il cuore oltre l’ostacolo (improbabile Destra abbia due terzi del Parlamento) e i tempi allora lunghi della modifica costituzionale non favoriscono chi oggi di anni ne ha 85. Lancia il cuore oltre le probabili dimensioni della vittoria elettorale, oltre l’anagrafe, oltre, molto, troppo oltre perché incontenibile è la voglia. Arriva nell’entusiasmo e nell’incontinenza a esporre il piano, anzi il sogno, anzi la voglia: si vince, si fa legge presidenzialismo, quindi si invita Mattarella a sloggiare. In fretta, in fretta perché anagrafe insegue. In fretta per andare subito alle presidenziali, farsi candidato, presidente, storia d’Italia, anzi padre, magari putativo ma padre, della patria.

Nel mondo ormai magico di Berlusconi

Tutto ci sta, ci può stare nel mondo ormai magico di Berlusconi Silvio anni 85. Nel suo mondo è stato lui, Silvio Berlusconi, a convincere Stati e governi della Ue a dare all’Italia 200 e passa miliardi di Pnrr. Nel suo mondo la guerra mossa da Putin Putin non l’avrebbe mossa se avesse parlato con lui, nel suo mondo la storia gli ha assegnato una missione e lui l’ha assolta. Non fino in fondo. Manca il compimento, l’ascesa al Quirinale.