Berlusconi e le “arcorine”, case per le ragazze anche a Roma e poca sicurezza

Pubblicato il 19 Gennaio 2011 - 09:25 OLTRE 6 MESI FA
Nicole Minetti

Nicole Minetti

Per le “arcorine” le case a disposizione non sono solo in via Olgettina a Milano, ma anche a Roma. Di mezzo ci sarebbero anche ragazze di cui non si conosce nemmeno il cognome, anche straniere. Come racconta Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera i metodi però sono simili: sia quelli della cessione degli appartamenti che quelli per ripagarle.

A Milano chi gestisce è Nicole Minetti che avrebbe tre appartamenti intestati. «Si versa la caparra e poi lui te la dovrebbe ridare in forma di assegno». Lei, oltre a tenere i rapporti con Spinelli organizza anche le varie convivenze. Di questo discute il 17 settembre 2010 con Imma De Vivo.

Sarzanini ne pubblica uno stralcio. Imma: «No, se no possiamo fare così: vedere questo trilocale e poi al limite, se lui decide di mettere anche un’altra persona più avanti qualcuno che chiede, capisci, come ha fatto lì… ha fatto anche a Roma di solito così. Ha messo una o due poi è andata la terza perché era grande la casa, hai capito?».  Nicole: «Okay, oka».

Ma chi sono per esempio le ragazze delle feste dove sembra si sia fatta notare la deputata pdl Maria Rosaria Rossi? Barbara Faggioli dice alla Minetti: «Nei giri di Roma fanno cene anche tre volte alla settimana, nel giro di Roma ci sono Valeria, Rafia, Cinzia».

Poi dai documenti della Procura citati dal quotidiano emerge anche qualche falla nel sistema di sicurezza del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E visto che il Cavaliere ha rifiutato di presentarsi, domani 19 gennaio questi punti dovrebbero essere affrontati dal Comitato di controllo parlamentare che ascolterà il sottosegretario Gianni Letta.

Ecco qualche stralcio delle intercettazioni pubblicate. Francesca Pascale per esempio dice: «Avevo il cellulare, nessun controllo». Oppure il 20 settembre 2010 una delle ragazze parla al telefono con un’amica: “Noi siamo entrate proprio senza nessun tipo di controllo nel senso che tu arrivi, fuori di casa, dici il tuo nome e passi con la macchina tranquillamente. Io avevo la mia borsa, il mio cellulare, nessuno me l’ha guardata, nessuno mi ha chiesto niente. Quindi, varchi la soglia ed entri”.

Poi il 16 novembre scorso avrebbe aggiunto: «Giungemmo ad Arcore a bordo delle due autovetture, fuori dal cancello della residenza c’erano due carabinieri con un’autovettura di servizio e noi ci fermammo. Credo che la Minetti desse il proprio nome, non ricordo con sicurezza se furono forniti anche i nostri nominativi, i carabinieri comunicarono con l’interno tramite radio e ricevettero l’assenso a farci entrare. Ricordo che ebbi modo di sentire l’indicazione proveniente dall’interlocutore all’interno della residenza, che disse “principale”, in presumibile riferimento all’accesso di cui dovevamo fruire per entrare all’interno della residenza ».

E ancora: «Durante la cena non è successo niente di particolarmente strano, anche se potetti rilevare la libertà con cui tutti potevano circolare e per esempio andarsi a fumare una sigaretta, utilizzare i cellulari, eccetera».

La preoccupazione per chi entri o esca la percepisce anche il fedelissimo Emilio Fede che non si fida di Marysthelle Garcia Polanco. Il 6 settembre 2010 per esempio parla con l’amica Iman. Emilio: «Quello lì quel cubano che ha portato Marysthelle Iman: ma sai che non lo so, io sono andata via che li ho lasciati fuori che parlavano tra di loro, boh, non lo so».

Emilio: «che brutto gruppo quello però, eh?!».  Iman: «sì io non so, non so cosa dire, giuro, non so cosa dire quello è un altro gruppo pericoloso».

Emilio: «pericoloso quello Iman: ah sì, per i miei gusti sì poi…».  Emilio: «ha portato uno lì che …».

Iman: «ma io non ho capito perché lei deve sempre portare qualcuno, chi l’ha detto scusa? Cioè nel senso, c’è sempre, cioè si deve sempre portar dietro una squadra, per che cosa scusami?».  Emilio: «per far guadagnare soldi Iman: eh ho capito però voglio dire… cioè lui non ci arriva che non è il massimo?»  Emilio: «io posso intervenire e dire: “Chi è quello lì, devi informarti prima”?».

Iman: «eh ma scusami eh, gente che è… non sai… non si sa, non si sa niente, pensa se viene fuori, cioè, non so che cosa perché noi non, perché siamo stati insomma… molto fiduciosi e alla fine magari abbiamo fatto male».

Emilio: «amore non capisco, cioè, non parlare non ti capisco perché parli in fretta e butti via le parole e mi diventa difficile capirti…».  Iman: «no ho detto, come si fa a stare con delle persone che non sai chi sono…».  Emilio: «infatti quello lì poi m’ha detto Roberta che l’ha trovato in bagno che stava al telefono e stava raccontando dov’era quello lì».

Iman: «eh no vedi? eh no, ma io è per quello che ti dico, anche la Marysthelle ma cosa sta facendo?».