Berlusconi a cena con i consiglieri Rai: le opposizioni contro il premier

Pubblicato il 1 Giugno 2011 - 22:22 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E’ scontro tra Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi su un presunto incontro tra il presidente del Consiglio e alcuni membri del consiglio della Rai.

“Girano strane notizie su cene fra Berlusconi e i consiglieri della Rai, che ci aspettiamo vengano smentite. In ogni caso ribadiamo il nostro punto di principio: la Rai è un’azienda e, in attesa di una riforma che finalmente la consideri tale come noi abbiamo proposto, deve ragionare come un’azienda”, ha detto Bersani.

“All’Autorità Garante della Comunicazione spetta il compito dirimente di garantire che non sia offeso il pluralismo. All’azienda Rai spetta preservare i suoi punti di forza e proporne dei nuovi, come farebbe qualsiasi azienda normale, cautelandosi dal rischio che un’azienda di servizio pubblico rimanga alla fine senza pubblico. E’ solo su questi principi che noi giudicheremo quello che avverrà”, ha aggiunto il leader del Partito democratico in una nota.

Sulla questione della cena scende in campo anche l’Italia dei Valori, che chiede all’amministrazione della tv di Stato di “mostrare indipendenza e distinguersi per imparzialità”. “Il presidente del Consiglio banchetta, letteralmente, con l’azienda pubblica, ha accusato il senatore Pancho Pardi: sarebbe un fatto gravissimo che però non sorprenderebbe nessuno, visto che il premier ricopre volentieri il ruolo del mecenate in cerca di sponsor. Tra i consiglieri Rai e Berlusconi si sarebbe svolta pertanto una cena delle beffe”, ha detto Pardi capogruppo dell’Italia dei Valori in Commissione di Vigilanza. La smentita però non è arrivata.

“Dunque, prosegue Pardi, bisogna concludere che chi tace acconsente. Del resto Berlusconi già una volta offrì una cena, e chissà cos’altro, a due giudici costituzionali. Ma la Rai non può finire in pasto al Caimano, l’unico editore di riferimento dell’azienda deve essere il pubblico di spettatori e pertanto ogni ingerenza politica è uno schiaffo alla democrazia”.

Le accuse reciproche si sono fatte sentire anche durante la puntata di Porta a Porta in onda ieri, 31 maggio. Carmelo Briguglio, vicecapogruppo di Fli alla Camera, aveva definito “i casi Minzolini e Vespa” un “pezzo di berlusconismo declinante e patetico”.

Dopo la risposta del direttore del Tg1, Brigulio in replica scrive in una nota: “Lo riconosco: Augusto Minzolini ha ragione, lui è la quarta gamba della maggioranza e come tale andrà via quando cadrà questo governo 3. Perché nel frattempo non partecipa ai vertici di maggioranza? Per i servigi resi al presidente del Consiglio vale almeno quanto Scilipoti…”.

A sua volta il direttore della testata ammiraglia ha controreplicato: “Mi sono accorto che rispondere all’On. Briguglio è una perdita di tempo. Tanto non capisce”.