Prega, “gufa” e si dà i 20 giorni: Berlusconi tra referendum e tasse

di Lucio Fero
Pubblicato il 31 Maggio 2011 - 15:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA-Che fa Berlusconi? Prega, “gufa”, scherza e soprattutto la prende larga. Il governo si è dato i venti giorni, non per andarsene ma per ripresentarsi. Dal governo fanno sapere “verifica” dopo il 20 giugno. Verifica, parola antica e molto pudica: un po’ meno di crisi di governo, un po’ di più del non  è successo nulla. Venti giorni sono tanti, c’era una volta la mistica dei tempi serrati dell’uomo del fare e del governo del fare, adesso si “verifica”. E nel frattempo si prega: “il buon dio che salvi i milanesi” dalle conseguenze di quel che hanno fatto. Così Berlusconi, con un sorriso s’intende mentre lo diceva. Niente sorriso invece per i napoletani: “Si pentiranno”. E questo è “gufaggio” classico e puro. Si prega, si gufa e si scherza: “Ho troppi impegni per il mio funerale”.

Il primo impegno è evitare il secondo colpo, quello che potrebbe venire dai referendum del 12 giugno. Tira un’aria strana da quorum. Nulla di preciso, però…E, se c’è quorum, anche a referendum sul nucleare eventualmente cancellato, c’è bocciatura del legittimo impedimento, cioè il secondo colpo diretto e duro allo stomaco di Berlusconi, di quelli che poi neanche un “combattente” si rialza più. Ma forse non va così, forse il quorum non arriva e il referendum fallisce, forse. Che fare: campagna contro il referendum con il rischio che la campagna sia altro boomerang come quella per le amministrative, o stare acquattati, silenti e sperare, sperare, sperare?

Il secondo impegno è appunto la “verifica”. I Responsabili mollano o si squagliano? E dove vanno? No, lì si può stare più o meno tranquilli. Vale anche per loro, almeno per un po’ ancora, l’indicazione di Bossi secondo cui “c’è ancora un po’ di mobilia da portare a casa”. Il Pdl, il suo Pdl reclama l’indicazione esplicita di un successore e l’annuncio che al prossimo giro elettorale Berlusconi non si ricandida premier? Se abbaiono dentro il Pdl, comunque non mordono. No, da lì vengono fastidi ma non reali pericoli. Allora la Lega, allora il pericolo è che Bossi stacchi la spina? Non lo farà, vorrà “verificare” anche lui ma per ora Bossi non molla per la semplice ragione che poi non saprebbe dove e con chi andare. E allora che si “verifica”? Se ci sono i soldi. Non se Tremonti li “caccia” o no, che i soldi mica son di Tremonti e solo la semplificazione giornalistica racconta sia Tremonti a decidere e resistere. Se e quanti soldi ci sono e se sia il caso di “stamparne” a debito. Questo è il problema, il resto è chiacchiera e verifica in libertà. I soldi e in più la novità: a Berlusconi che li promette, li sventola e li assicura la gente, anche e soprattutto la sua, non crede più. Al prossimo comizio e solo comizio la gente sfolla: venti giorni per “elaborare il dato” e venti giorni per vedere se Unione Europea, Bce, Fmi, Ocse, mercati finanziari, investitori e risparmiatori internazionali se la bevono la storia dell’Italia che abbassa le tasse, riduce deficit e debito, aumenta il Pil grazie a un paio di “verifiche” a Palazzo Grazioli.