Ruby, Berlusconi e la Chiesa: i “vicini”, i “tiepidi”, i “critici”

Pubblicato il 20 Gennaio 2011 - 14:56 OLTRE 6 MESI FA

“Squallore”, “depravazione”, non ci aveva girato intorno il quotidiano dei vescovi sulle ultime disavventure sessuali del premier. Ma, scontato un fisiologico rigetto tra i fedeli più sensibili ad argomenti classificabili come morali, cosa ha da dire in merito la Chiesa? Il Sole 24 Ore ha fornito una mappa, per così dire, che registra  la posizione delle varie anime di un’istituzione che necessariamente non può presentarsi come un blocco unico, un monolite.

I vari cardinali, vescovi, ministri del culto sono divisi a seconda del loro orientamento rispetto all’esuberante premier italiano.  Ci sono i “vicini”, coloro che mostrano di accondiscendere a una contiguità politica con il governo in carica, dettata da opportunità e realismo. Poi ci sono i “tiepidi”, diciamo così terzisti, fautori di una transizione morbida nel centrodestra che prepari un dopo Berlusconi senza strappi difficilmente gestibili. Infine ci sono i “lontani”, i rappresentanti della gerarchia vaticana  più apertamente critici dei comportamenti del Cavaliere, quando non della sua azione politica.

Tra i “vicini” svetta la figura del Segretario di Stato, il card. Tarcisio Bertone, riconosciuto continuatore del Vicario Emerito Card. Camillo Ruini. Fu quest’ultimo a sottoscrivere quel patto con Berlusconi di cui il Family Day fu il suggello più rappresentativo. Sulla stessa linea il Card. De Paolis, prefetto agli affari economici, il card. Piacenza, prefetto al clero, il Card. Sepe della diocesi di Napoli, i monsignori Fisichella, Molinari e Negri.

Chi appoggia la strada della transizione morbida, è guidato dall’attuale presidente dei vescovi (la Cei), il card. Angelo Bagnasco. Con lui l’arcivescovo di Venezia, il card. Angelo Scola, l’arcivescovo di Palermo card. Paolo Romeo, i monsignori Nosiglia, Giuliodori, Lambiasi e Betori.

L’ultimo fronte interno alla Chiesa, quello dei detrattori del premier, vede in prima linea l’arcivescovo di Milano, il card. Dionigi Tettamanzi. Con lui un drappello di monsignori: Mogavero, Forte, Bergantini, Valentinetti, Giudici, Montevecchi, Paglia, Fontana e Menichelli