Caso Ruby, Csm verso l’archiviazione: “Maroni non danneggiò il pm Fiorillo”

Pubblicato il 11 Gennaio 2011 - 16:36 OLTRE 6 MESI FA

Ruby

Il plenum dalla Prima Commissione del Csm chiede di archiviare la lettera-esposto presentata dal pm del tribunale per i minorenni di Milano Annamaria Fiorillo, che si era occupata di Ruby, la ragazza marocchina portata in Questura a Milano per un furto e poi rilasciata e affidata al consigliere regionale Nicole Minetti dopo una telefonata del presidente del Consiglio Berlusconi.

Nella sua nota Fiorillo aveva segnalato discrepanze tra quanto accaduto e quanto riferito in Parlamento dal ministro Maroni sulla vicenda. E, in particolare, aveva evidenziato di non aver mai autorizzato l’affidamento di Ruby a Minetti, a differenza di quanto detto dal titolare del Viminale, chiedendo al Csm di chiarire la situazione.

Sono accertamenti che esulano dalla competenza del Csm, ha stabilito all’unanimità la Commissione, che ha anche escluso che ci siano i presupposti per l’apertura di una pratica a tutela del magistrato: la sua credibilità non e’ stata messa in pericolo o danneggiata dalle parole del ministro dell’Interno, che si e’ limitato a difendere i suoi uomini e a esprimere una posizione diversa dal pm di Milano, ma in toni rimasti sempre rispettosi, spiegano a Palazzo dei marescialli.

Di qui la decisione di chiedere al plenum di chiudere il fascicolo, senza nemmeno procedere a un’attività istruttoria. Ragioni che dovranno essere messe ora nero su bianco nelle motivazioni al provvedimento, che solo una volta completo sarà trasmesso all’assemblea del Csm. Sulla vicenda sono già in corso da tempo accertamenti da parte del procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito.

La replica della Fiorillo. ”Penso sia molto utile per tutti noi magistrati non archiviare la mia pratica se non dopo una riflessione e un confronto perche’ la mia vicenda ha un valore simbolico che riguarda questioni piu’ grandi e cioe’ il rispetto della magistratura e il ruolo dell’autorita’ giudiziaria nel nostro sistema”. Il pm del Tribunale dei Minorenni di Milano, Annamaria Fiorillo, commenta cosi’ la richiesta avanzata al plenum dalla prima commissione del Csm di archiviare l’esposto presentato dallo stesso pm sul caso Ruby.

Il pm Fiorillo, precisando di aver preso atto dalla stampa della richiesta della prima commissione del Csm ma di non aver avuto ancora alcuna ”comunicazione formale”, ha dichiarato di essere ”rispettosa della decisione che vorranno adottare”. Ribadendo ancora quanto sia ”utile per tutti noi non archiviare”, ha citato un paio di passaggi di una relazione di 13 pagine con le sue considerazioni sul caso che ha inviato qualche tempo fa al Consiglio superiore della magistratura: ”In realta’ cio’ che mi preme non e’ il risultato ma il mezzo, ossia la riflessione e il dialogo che vorrei venissero animati dalla mia richiesta”.

Infatti il pm aveva domandato di fare chiarezza sulle discrepanze emerse tra la sua versione e quella data dal ministro dell’Interno Roberto Maroni in Parlamento in relazione a quanto accadde nella notte del maggio scorso quando Ruby venne portata in Questura per un furto e poi rilasciata e data in affido al consigliere regionale Nicole Minetti. Il magistrato minorile ha sempre affermato di non aver mai dato alcuna autorizzazione all’affidamento della giovane marocchina ma di aver disposto il suo collocamento in una comunita’.

”C’e’ il pericolo – e’ un altro punto della sua relazione – che il silenzio copra, attraverso formule tecniche di una inammissibilita’ procedurale o di una irrilevanza di merito, una questione importante non certo di per se’ ma per il suo valore simbolico derivante dalla presenza, nel suo intreccio, di tutte le anomalie che caratterizzano il sistema italiano contemporaneo”. Nelle 13 pagine inviate al Csm accanto ad elementi tecnici il pm ha fornito le sue valutazioni sul caso Ruby e ”in che modo tutta la vicenda – ha affermato – sia risolta in una svalutazione dell’autorita’ giudiziaria che e’ rientrata nella normalita’ e questo, a parer mio, e’ molto pericoloso e su questo dobbiamo riflettere. E’ accaduta quello che io ho chiamato ‘una falsificazione sistemica’. La mia e’ una riflessione etica”.