Ruby ai pm: “Ragazze nude ad Arcore, ballavano mimando atti sessuali”

Pubblicato il 18 Febbraio 2011 - 12:04 OLTRE 6 MESI FA

Ruby Rubacuori

MILANO – Secondo Ruby, durante le serate del Bunga bunga le ragazze erano praticamente nude e si esibavano in pose con chiare allusioni di tipo sessuale. Sarebbe quanto emerge dai verbali degli interrogatori cui è stata sottoposta la marocchina il 3 agosto. I racconti della ragazza sono stati pubblicati su Repubblica in un articolo a firma di Piero Colaprico, Giuseppe D’Avanzo e Emilio Randacio.

Durante il suo colloquio con i magistrati di Milano, che si occupano dell’inchiesta sullo scandalo (nell’ambito della quale Silvio Berlusconi è indagato per prostituzione minorile e concussione), Ruby avrebbe descritto le sue prime visite ad Arcore anche se, come gli stessi giornalisti sottolineano, il suo racconto presenterebbe degli elementi perlomeno contraddittori.

Ruby avrebbe parlato innanzitutto della sua “prima volta” ad Arcore: disse di non essersi fermata per la notte e di non aver partecipato al rito del Bunga bunga.

Ecco le parole della marocchina riportate su Repubblica: “Il primo incontro con Berlusconi c’è stato il 14 febbraio. Sono stata chiamata da Emilio Fede che mi ha invitata a prepararmi per andare a una cena. È venuta in via Settala, dove vivevo, una limousine (ricordo che aveva due corna) con autista e scorta di carabinieri in divisa che seguiva su un’auto. Sono stata portata ad Arcore presso una lussuosa villa denominata Villa San Martino, sita nell’omonima via, e ho in quel momento appreso che il proprietario ne era il presidente Berlusconi. Davanti alla villa ho visto altre scorte dei carabinieri mentre noi siamo entrati da un accesso secondario. La serata è iniziata con una cena tricolore cioè con cibi bianchi, rossi e verdi rallegrata dalla musica di Apicella in persona che poi mi ha regalato due cd. Dopo la cena Berlusconi mi ha proposto di scendere presso il Bunga Bunga, dicendomi che il termine l’ha preso in prestito dal suo amico Gheddafi e sta a designare una sorta di harem femminile che si esibisce al piano inferiore della villa. Fino a quel momento io avevo detto a Berlusconi che avevo 24 anni; il presidente mi condusse nel suo ufficio lasciandomi intendere che la mia vita sarebbe cambiata completamente se io avessi accettato di partecipare al bunga bunga insieme alle altre ragazze. Anche se non ha mai esplicitamente parlato di rapporti sessuali non era per me difficile intuire che mi proponeva di fare sesso con lui: io ho detto di no che volevo tornare a casa. Lui mi ha risposto che comunque era già pronto un regalo per me contenuto in un pacchettino contenente una dicitura “Per Ruby”, all’interno del quale, c’era la somma in contanti di 46 mila euro in banconote da 500. Quella sera stessa mi ha regalato l’orologio Lockman con la dicitura “Meno male che Silvio c’è”, con il logo del Milan”.

Ed ecco come Ruby avrebbe parlato del suo primo “approccio” col bunga bunga: “Quella sera Berlusconi mi raccontò che il bunga bunga consisteva in un harem che aveva copiato dal suo amico Gheddafi nel quale le ragazze si spogliano e devono fargli provare “piaceri corporei”. È stata in quella circostanza che io ho opposto un netto rifiuto. Sono stata riaccompagnata a casa verso le 2 e 30 dal suo autista che si chiama Angelo ed è napoletano. A suo dire le ragazze sarebbero rimaste a casa di Silvio Berlusconi per tutto il fine settimana e cioè fino al lunedì mattina per esaudire i suoi desideri. In tutto c’erano circa 30 ragazze. Gli uomini erano Berlusconi e Fede. Quella sera Berlusconi mi invitò a chiamarlo “papi”, ma io lo chiamai Silvio”.

Ruby avrebbe successivamente raccontato, sempre nello stesso interrogatorio, anche il suo ritorno ad Arcore, ma qua emergerebbero, raccontano i 3 giornalisti, alcune incongruenze rispetto ad altri elementi dell’inchiesta: infatti lei dice di essere tornata a villa San Martino a marzo, mentre i rilevamenti sul suo cellulare l’avrebbero collocata nella residenza berlusconiana subito dopo il 14 febbraio.

Ecco, comunque, alcuni dettagli del racconto di Ruby sulla sua “seconda volta”: “Quella sera, dopo la cena consumata con Berlusconi e con tutte le ragazze che stavano là, il presidente mi propose di dormire a casa sua dicendomi che non mi avrebbe chiesto nulla in cambio. Dopo cena ci siamo recati tutti nella sala al piano inferiore dove si è tenuto il bunga bunga. Io ero tranquilla in quanto Lele Mora aveva garantito la mia estraneità a qualsiasi attenzione sessuale. Nel bunga bunga tutte le ragazze erano nude ed ebbi la sensazione che vi fosse un effetto emulativo tra di loro per farsi notare da Berlusconi con atti sessuali sempre più spinti”.

Nel rito dell’harem “io – avrebbe messo a verbale Ruby come scrivono i cronisti di Repubblica- non mi sono spogliata e non ho fatto esibizioni sessuali. L’unica ragazza vestita ero io, guardavo e giusto per darmi un atteggiamento, ogni tanto servivo il presidente e gli ho portato del Sanbitter. Molte ragazze mi interrogavano su questo atteggiamento e io rispondevo che ero una “novizia” e che non intendevo assecondare subito tali prassi”.