Caso Ruby, la corsa contro i pm di Milano: giovedì alla Camera il voto sulle perquisizioni

Pubblicato il 1 Febbraio 2011 - 11:50 OLTRE 6 MESI FA

Ruby

ROMA – E’ fissato per le 19 di giovedì il voto dell’Aula della Camera sulla richiesta di perquisizione nei confronti del ragioniere di Silvio Berlusconi, in relazione al caso Ruby, avanzata dalla procura di Milano. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, stabilendo che l’esame della relazione della Giunta per le Autorizzazioni, che a maggioranza ha deciso il rinvio degli atti a Milano, parta alle 15 di giovedì e che le dichiarazioni di voto siano trasmesse in diretta televisiva.

La data di giovedì è una soluzione di compromesso individuata dal presidente della Camera Gianfranco Fini tra la richiesta del Pdl di votare l’autorizzazione già mercoledì e quella del Pd, che chiedeva di frapporre piu’ tempo tra il voto d’Aula e quello, la scorsa settimana, della Giunta di Montecitorio. Una ”decisione rapida” è stata chiesta da Fabrizio Cicchitto (Pdl) e da Marco Reguzzoni (Lega); e ”tempi brevi, anche se ancora manca la relazione di minoranza” sono stati domandati anche da Fli, Idv e Udc, che per questo avrebbero sperato in qualche giorno in più’ prima del voto.

E ”qualche giorno in più, data la delicatezza del tema”, ha chiesto Dario Franceschini del Pd. Alla fine, a decidere è stato Fini. Osservando che ”non sfugge la rilevanza politica” del voto e che ”ogni deputato va messo nelle condizioni di esprimere il proprio voto dopo aver letto le relazioni di maggioranza e di minoranza”. Per questo, ha puntualizzato, votare giovedì pomeriggio ”è la decisione più semplice ed improntata al massimo di buon senso”.

Fini si è presentato ai capigruppo con uno schema di tutti i tempi intercorsi tra la decisione della Giunta ed il relativo voto d’Aula sulle richieste di autorizzazione giunte a Montecitorio in questa legislatura. Si va da un giorno all’autorizzazione ad acquisire i tabulati telefonici di Italo Bocchino ai 138 per il caso del coordinatore del Pdl campano Nicola Cosentino: circostanza per la quale, sarcasticamente, Fini ha detto a Cicchitto: ”prendo atto che sui tempi il Pdl ha cambiato opinione…”. In ogni caso, la maggioranza non sembra preoccuparsi troppo per i numeri.

Alcuni deputati del centrodestra, infatti, continuano a sostenere che ormai la ‘quota-voti’ si sia assestata intorno ai 317: oltre ai 314 che hanno impedito che passasse la mozione di sfiducia contro il ministro della Cultura Sandro Bondi, si dovrebbero aggiungere, infatti, Marco Zacchera, che era assente, e due esponenti dell’Mpa che ormai, secondo i boatos del Transatlantico, dovrebbero essere passati ”sicuramente” nelle file del centrodestra.