Il premier e il re dei peones: Berlusconi presenta Scilipoti

di Dini Casali
Pubblicato il 7 Luglio 2011 - 14:03| Aggiornato il 8 Agosto 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Chi dice che Berlusconi non ha più amici? Uno, fedele, responsabile ce l’ha: è il re dei peones Domenico Scilipoti. Il premier lo ha omaggiato con una prefazione alla sua ultima fatica letteraria (Il re dei peones, appunto) e partecipando addirittura alla presentazione del libro. Non sarà un premio Nobel, ma insomma, anche per Berlusconi è una figura paradigmatica, un eroe dei nostri tempi. Di più, un martire. Scilipoti, secondo Berlusconi, non è un trasformista al servizio del miglior offerente: piuttosto è la vittima sacrificale su cui infierisce una sinistra confusa a caccia di capri espiatori. E’ diventato l’oggetto privilegiato della diffamazione comunista.

Il premier è comunque apparso pimpante, forse per smentire le voci di declino e di isolamento. In effetti la scena è occupata per intero dal ministro Tremonti. L’unico sussulto è stato il pasticcio sulla norma salva-Fininvest della quale nessuno, ma proprio nessuno, si è accollato la responsabilità. L’avesse chiesto a Scilipoti! Invece è dovuto tornare sul tema per affermare che: a) Fininvest non ne ha bisogno; b) non è stata votata in Consiglio dei ministri perché a giudizio di Tremonti il sì era scontato; c) è vittima di una gogna mediatica; d) è tutta colpa della sinistra, dei poteri forti, dei salotti romani.

Una cosa meno scontata del voto sulla salva-Fininvest, tuttavia l’ha pronunciata. In sintesi, sostiene Berlusconi, la crescita non spetta al governo. Non è che con una legge, è il ragionamento, si aiuta l’economia a risorgere. Servono l’intelligenza, le capacità, il coraggio degli imprenditori (e lui ne è un fulgido esempio). Ma allora, il sole in tasca, che se lo porta a fare?

Le immagini della presentazione (foto LaPresse):