Berlusconi, Tarantini, Finmeccanica e i soldi nella scatola delle scarpe

Pubblicato il 18 Settembre 2011 - 16:10 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Gianpaolo Tarantini sarebbe stato intenzionato a mettere le mani su un giro di affari degli appalti Finmeccanica.

Oltre a portare le ragazze a casa del premier Silvio Berlusconi, sembra avesse altri interessi. IL 6 novembre 2009 dichiarava ai pm di Bari: «Il presidente non ha mai immaginato che io pagavo le ragazze ne sapeva che alcune di quelle che io portavo da lui fossero dedite alla prostituzione… Complessivamente avrò speso 50 mila euro tra pagamenti di viaggi soggiorni e gettoni alle ragazze. Per me il solo fatto di avere conosciuto Berlusconi mi entusiasmava. Inoltre, questi soldi ritenevo di poterli recuperare nella prospettiva di avviare rapporti con la Protezione Civile e Finmeccanica…».

Tarantini considerava «le ragazze e la cocaina una chiave di accesso per il successo nella società».

A un certo spunto spunta il gruppo della Difesa e dell’ Aerospazio, “grazie all’ interessamento diretto del presidente del Consiglio, lui manifesta la preoccupazione di fallire. Per cui chiede al suo amico imprenditore Enrico Intini di esporsi, di metterci la faccia. L’ oggetto del desiderio Dalla relazione conclusiva della Guardia di Finanza, ora allegata all’ inchiesta di Bari, emerge anche il ruolo «imprenditoriale» di Tarantini”, scrive il Corriere della Sera.

«Ottenere un vantaggio economico consistente in una provvigione per la sua opera di mediazione». Il 14 marzo del 2009 l’ autista di Tarantini, Berardino Mastromarco, dice che «Gianpaolo Tarantini aveva ricevuto da Intini una scatola di scarpe colma di “pacchettini” da 100 e da 500 euro quale acconto dei 200 mila euro per l’ opera di mediazione svolta per l’ affidamento di una prima trance di lavori da Finmeccanica a società del gruppo Intini…».

In un primo momento il progetto punta alla Sel Proc, una società partecipata al 70% da Selex Sistemi Integrati e al 30% da Seicos, entrambe controllate da Finmeccanica, cui sarebbero stati destinati secondo quanto scrive il Corriere “i circa 280 milioni di euro che il governo aveva stanziato tramite la mandataria Selex Sistemi Integrati”.