Berlusconi: “Sì alla tassa di solidarietà. No all’aumento dell’Iva, causerebbe recessione”

Pubblicato il 15 Agosto 2011 - 20:49| Aggiornato il 16 Agosto 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il ferragosto di Silvio Berlusconi è stato tutt’altro che una festa lieta, piuttosto una doccia scozzese: le previsioni di revisione sull’impianto fiscale richiedono un’intervento drastico ed il premier ne è ben consapevole. Per questo motivo Berlusconi ha annunciato il suo sì al contributo di solidarietà, mentre si è detto contrario all’aumento dell’Iva, che comporterebbe una ulteriore recessione.

”I saldi della manovra devono essere assolutamente invariabili, i saldi sono intoccabili, ma se durante il percorso parlamentare emergono delle nuove idee che siano migliorative dei provvedimenti adottati nulla osta a che siano accolti. Noi guarderemo alle proposte senza fare distinzioni sulla fonte dalla quale provengono e cercheremo di fare del nostro meglio come abbiamo sempre cercato di fare”, ha spiegato Berlusconi ai giornalisti incontrati a Porto Rotondo che lo interrogavano sui provvedimenti del governo circa la crisi.

Il premier ha poi spiegato la necessità di introdurre il contributo di solidarietà, “non perché dia grandi introiti, visto che secondo i nostri calcoli darà un gettito di molto meno di 1 miliardo di euro, ma perché non fossero le classi più disagiate, attraverso magari minor servizi da parte degli enti locali, a dover pagare maggiormente il costo della manovra: e’ stato quindi introdotto per un fattore di giustizia, per equilibrare i sacrifici. Credo che sia qualcosa che sia giusto avere in questa manovra”.

La tassa di solidarietà è un contributo straordinario che sarà applicata per i prossimi 3 anni, non 2 come precedentemente sostenuto dal premier stesso, che ha dichiarato: “‘io ricordo che abbiamo votato un periodo di validita’ di 2 anni e non tre -ed ha aggiunto –  E’ stato Giulio Tremonti? ‘Non lo so, nel percorso che e’ sempre lungo dei provvedimenti che escono dal consiglio dei ministri si e’ ritenuto di allungare il periodo. Comunque credo che due o tre anni facciano poca differenza perche’ alla fine i contributi sono molto relativi”.