Berlusconi trasloca: via scimitarra, vasi, il busto di Nerone…

Pubblicato il 16 Novembre 2011 - 08:52 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Proprio mentre Mario Monti sale al Quirinale, a palazzo Chigi si portano via gli ultimi scatoloni di Silvio Berlusconi. E’ l’ultimo giorno del grande trasloco per il Cavaliere che trasferisce le sue (poche) cose dal palazzo governativo alla sua residenza romana, palazzo Grazioli, innalzata negli anni a vera sua sede politica. Racconta Carmelo Lopapa su ‘Repubblica’ che nei giorni scorsi la ditta traslochi di Berlusconi ha impacchettato ben sessanta scatoloni. A sovrintendere alle operazioni la fidatissima segretaria Marinella Brambilla.

Racconta Lopapa che Berlusconi si è portato a palazzo Grazioli il candelabro in bronzo dorato e argento con gli angeli musicanti, pezzo forte della collezione Wurtz, considerato da sempre il suo portafortuna. A palazzo Chigi inoltre non ci sarà più il busto in bassorilievo di Nerone, di scuola fiorentina del ‘400: verrà tolto dall’ingresso della sala delle Galere, dove vengono accolti i giornalisti per seguire le dichiarazioni alla stampa dopo gli incontri internazionali. Quando Mario Monti avrà giurato come premier, non troverà più a palazzo Chigi le numerose opere d’arte volute da Silvio Berlusconi e prese in prestito da vari musei per abbellire la sede del governo. Presto verrà rimosso anche il suo dipinto preferito, ‘Bacco e Arianna’, attribuito a Nicolas Poussin (copia del Tiziano) e sistemato nel salottino giallo, attiguo alla sala del Consiglio dei ministri.

Di tutti i regali che gli hanno portato i vari capi di Stato sembra però che il Cavaliere abbia dato ordine di portare a palazzo Grazioli solo la scimitarra regalata dal presidente-dittatore kazako Nazarbayev e il sontuoso vaso Ming portatogli in dono poco tempo fa dalla delegazione cinese. Quello per intenderci che, davanti alle facce sbigottite dei cinesi, fece finta di farsi cadere dalle mani per poi dire: “Belli questi fiorellini, la prossima volta però portatene uno con raffigurazioni del kamasutra”, senza che qualcuno facesse in tempo ad avvertirlo che il celebre trattato di arte amatoria sarebbe indiano e non cinese.

Per quanto riguarda le statue e i quadri che Berlusconi, al momento dell’insediamento, si fece prestare da diversi musei, torneranno al loro posto. Tornerà indietro ad esempio il quadro con Papa Leone Magno che mette in fuga Attila (riproduzione di Raffaello) o il blocco marmoreo di Marte e Venere che Berlusconi fece restaurare attaccando il pene mancante, applicato con una calamita in occasione di una delle recenti visite di Medvedev.