Berlusconi, ultimatum a Fini: “Sia chiaro o andiamo a votare” e poi “Quello che accade è vendetta della mafia”

Pubblicato il 4 Novembre 2010 - 13:43 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Il governo è sotto attacco,  quello che sta succedendo “è una vendetta della malavita”, ma si deve andare avanti perché “Provocare una crisi di governo sarebbe un atto da irresponsabili”. Poi però “Futuro e Libertà ci deve dire cosa vuole fare, altrimenti si va al voto”. Silvio Berlusconi apre la direzione del Pdl a Roma e i riferimenti, seppur impliciti, sono tutti per gli scandali che lo stanno riguardando e per la frattura con Fini. Dice che il Pdl è, ancora una volta e ancora di più “il partito dell’amore e contro l’invidia”. Dice anche che “menzogne e attacchi” non lo fermeranno. Punta il dito contro chi lo attacca e pensa a dei complotti a suo danno: quelli dei giornali, dei magistrati e anche della mafia. Il Cavaliere sostiene infatti che “ciò che sta succedendo può essere una rivendicazione dei malavitosi”. Perché il governo “può sconfiggerla”.

“Siamo sotto attacco – dice – non per quello che abbiamo fatto ma per quello che rappresentiamo. Perché siamo un ostacolo alla presa di potere della sinistra”. Ma chiama i suoi alla coesione anche se attacca: ”Se la maggioranza dovesse mancare a causa di chi si rende strumento nelle mani altrui si dovrà tornare dagli elettori, il responso del popolo ha sempre aiutato l’Italia nei momenti bui, fuori da questo percorso c’e’ solo il degrado ed il rovesciamento della democrazia”.

Parla ai finiani Berlusconi, quindi, e gli lancia una sfida: “L’importante e’ la chiarezza. Va bene rivendicare la propria autonomia, ma occorre essere chiari, c’è la disponibilità di prendere atto di una diversa scelta politica nel centrodestra. Se non si intende andare avanti bisogna dirlo con chiarezza e subito. Noi siamo pronti a raccogliere la sfida e ad andare alle urne”. Poi propone a Fini un nuovo “patto di legislatura”con un “rinnovato sistema di alleanze nel centrodestra”.

Poi, parla anche del partito, in cui dice “c’è democrazia”. Parla del governo del fare che non può “tradire gli elettori” lasciando il passo a qualcun altro. Dei risultati: dall’Università agli incentivi passando per la futura “sconfitta della mafia”.

”Mi attaccano in modo indegno e abietto – dice Berlusconi dal palco – ma vogliono che sappiano che le campagne di fango fondate sulla menzogna non mi fermeranno se lo facessi tradirei la fiducia degli italiani, significherebbe anteporre alla sovranita’ del popolo un primato anomalo, mi riferisco al primato di quei poteri che per interessi di casta e personali” sfruttano teoremi ”costruiti ad arte in alcune procure”, poteri consolidati che ”ripetono come un ritornello all’unisono che il governo non sta facendo niente e che stiamo dimenticando gli interessi del Paese”.

Il premier rivendica i “successi” del governo e definisce “falsa” l’accusa di immobilismo che gli arriva dall’opposizione ma anche dalla Confindustria. Rimanda al mittente anche le accuse di chi pensa che nel Pdl non ci sia democrazia interna. Infatti dice: “Per ben sette volte io mi sono adeguato alle decisioni assunte dalla maggioranza dell’ufficio di presidenza, decisioni su cui non ero personalmente d’accordo. Più democrazia di così non creso di possa avere”. E poi annuncia che la direzione nazionale si terrà una volta al mese, i gruppi parlamentari ogni 15 giorni, i congressi locali a partire da luglio. Obiettivo: un milione di iscritti.

“I finiani dicano subito se staccano la spina o sfida alle urne”. ”’Se Futuro e Liberta’ ritiene esaurita l’esperienza di questo governo – dice Berlusconi rivolgendosi ai finiani – e non intende andare avanti lo deve dire con chiarezza e lo deve dire subito perche’ noi siamo pronti a raccogliere la sfida e andare subito alle urne”, ha aggiunto. ”Se invece – ha concluso – c’e’ la volonta’ di andare avanti con il nostro governo e di confermare la lealta’ ai nostri elettori siamo pronti a realizzare un patto di legislatura e proporre un rinnovamento di sistema di alleanza dentro il centrodestra”.

”Mi rivolgo ai parlamentari che sono usciti dal Pdl e che un mese fa hanno votato la fiducia al governo -continua Berlusconi – cosa e’ cambiato rispetto ad un mese fa? nulla. Ci siamo messi subito al lavoro. Se invece Futuro e Liberta’ ritiene che sia cambiato qualcosa, lo dica chiaramente. Mi auguro che non ci sia una strategia di logoramento del governo”.

Il Cavaliere snocciola l’elenco delle cose fatte dal governo. Mostra il libro che ne decanta “i successi” che vuol mandare “ai tutti gli italiani”. L’Università: “Ci saranno risorse per la riforma”. Il federalismo: “Farà ridurre la pressione fiscale”. La famiglia: “E’ al centro della nostra azione”. La mafia: “Possiamo vincerla”. Pensioni: “Abbiamo fatto una riforma senza un’ora di sciopero”. Fisco: “Non tasseremo bot e casa”. Giustiizia: “Riformarla è una priorità, entro fine mese sarà varato il testo condiviso”. Ed è a questo punto che arriva l’affondo contro Fini, che aveva evocato il fascismo a proposito dell’intenzione del governo di assoggettare i pm al potere politico: “Non vogliamo farlo, dirlo è solo un modo per trovare i favori della grande stampa. Ripartiamo dalla separazione delle carriere e degli ordini e dalla riforma del Csm”.

“Pdl sia coeso intorno al suo leader”. Silvio Berlusconi ribadisce il no ad un governo tecnico: “Sarebbe il ribaltamento della sovranita’ popolare”, dice il premier. “Oggi e’ in atto un tentativo estremo, violento di aggredirci. Mi appello a tutti voi, di fronte a questo attacco e’ il momento della coesione, e’ l’ora che la nostra classe dirigente faccia squadra e diventi blocco granitico e metta da parte le questioni personali per difendere il Pdl e gli italiani moderati”. afferma il presidente del Consiglio rivolgendosi agli esponenti del Pdl presenti alla direzione nazionale. “Il partito va preservato come un bene comune, il Pdl e’ forte e unito intorno al suo leader e al suo governo”, osserva il Cavaliere. Berlusconi parla di “una grande prova di democrazia interna” riferendosi alle nuove regole dello statuto. “Il nostro governo e’ in campo e ha i numeri per governare”, conclude Berlusconi.

“Pdl e Lega impediranno sfregio della democrazia”. “Noi e la Lega non consentiremo che la nostra democrazia venga sfregiata”, ha detto Berlusconi. Il governo “e’ forte e proprio questa nostra fa si’ che la sinistra tenti di spostare la partita nei palazzi del potere. Ma noi e la Lega impediremo che la nostra democrazia sia sfregiata”. Berlusconi poi rivendica il fatto che “il nostro e’ l’unico governo di una democrazia occidentale che, nel pieno della crisi, ha vinto le elezioni di medio termine tutti gli altri governi hanno perso. Abbiamo la forza per continuare a governare”.

Silvio Berlusconi si appella prima agli italiani che non si rivolgono alla sinistra: “Il Paese ci chiede le riforme, confidiamo che la responsabilita’ e lo spirito di servizio abbiano la meglio sulle polemiche e sull divisioni”. Poi il Cavaliere, concludendo i lavori della direzione nazionale del Pdl, aggiunge: “Abbiamo il diritto e il dovere di andare avanti a governare”. Nel caso in cui l’esecutivo cada, osserva il premier, “si dovra’ tornare agli elettori. Il responso del popolo aiutera’ il Paese”, sottolinea il presidente del Consiglio. “Fuori da questo percorso ci sarebbe il degrado e il rovesciamento della democrazia”, conclude il Cavaliere.

“C’è aggressione. E’ momento di coesione”. Il Cavaliere chiama poi alla coesione i suoi: ”Di fronte all’attacco” che viene mosso al Pdl ”questo e’ il momento della coesione – dice – Oggi c’e’ un tentativo estremo e per questo violento ed aggressivo di distruggere tutto cio’ che di buono abbiamo fatto” dal momento della nascita del partito. Qui l’appello del premier alla coesione, a ”mettere da parte i personalismi” ed essere ”un blocco granitico”.

“Governo in tempo e ha numeri per andare avanti”. ”Da qui il segnale che deve partire – dice Berlusconi – è che che c’e’ un governo in campo che ha i numeri per andare avanti e per governare e che puo’ essere revocato solo dai cittadini”.