“Non dobbiamo regalare Monti a…” Il programma Veltrusconi

Pubblicato il 22 Febbraio 2012 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  “Non dobbiamo regalare Monti alla sinistra”, va dicendo Silvio Berlusconi: di più, si spinge addirittura, ma questo lo dice sottovoce, a immaginare il Professore come il candidato ideale del centrodestra alle elezioni del 2013. “Non possiamo regalare Monti alla destra”, va dicendo Walter Veltroni: di più, Monti è il vero riformista, a lui deve guardare il Pd se davvero vuole essere interprete della rivoluzione democratica. In una geniale e graffiante crasi (non è una parolaccia, la usava perfino Bonolis in qualche spot di qualche anno fa), Gianpaolo Pansa aveva inchiodato D’Alema e Berlusconi a quello strano ircocervo chiamato D’Alemoni a simbolo di inciucio, di relazione innaturale, con tutto quel che ne consegue. A giudicare dall’enfasi con cui Walter e Silvio cercano di accreditarsi come montiani di ferro, uniti dalla stessa allergia ai regali immotivati, possiamo parlare di un programma Veltrusconi?

Non è solo questione di regali. Fino a qui, nonostante il brivido della consonanza lessicale, si resta nella fisiologia degli schieramenti opposti. Ma, come in epoca dalemiana, il sospetto di amorose corrispondenze nasce ancora una volta dal rilancio di una grande stagione riformista. Berlusconi non vede più dall’altra parte della barricata solo pericolosi comunisti: con il Pd vuole il dialogo, su tutto, nulla escluso, compresa ovviamente la giustizia (che resta una “metastasi”). Veltroni scalcia sull’articolo 18 proprio mentre è in atto la trattativa decisiva, non diversamente da una Marcegaglia qualsiasi, imponendo al partito l’ennesima divisione riformisti-laburisti, stavolta nella versione plebiscito Monti sì-Monti no. E guarda lontano: quello di Monti, per Veltroni, è l’orizzonte del Pd, non si penserà mica che dopo la Quaresima tecnica si potrà tornare alle sbornie dei partiti?

Il fatto è che nascosti dietro il feticcio della riforma, mentre qualcun altro è impegnato a governare con i voti dei grandi partiti mortificati in panchina, si prepara il dopo. Un dopo dove è possibile che Berlusconi e Veltroni siano giudicati protagonisti sbiaditi di un’epoca superata. Se fosse Monti, o Passera nella versione veltroniana, a guidare la prossima legislatura, meglio prenotare subito un posto in prima fila.