Berlusconi, il maestro dei venditori. Gli inglesi si chiedono: “perché è ancora in carica?”

Pubblicato il 14 Febbraio 2011 - 16:39 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Un giornalista inglese che conosce bene l’Italia ha scritto per il Guardian un analisi sul favore di cui gode, tutt’oggi, Silvio Berlusconi in Italia.

Alexander Chancellor, di simpatie conservatrici, è stato corrispondente di Reuters dall’Italia e tra i fondatori dell’Independent, e oggi tiene una rubrica settimanale sul progressista Guardian.

“Qualunque lavoro o posizione possa ricoprire Silvio Berlusconi, indubbiamente è un maestro nell’arte del vendere. Quando stava costruendo il suo impero mediatico, ben prima di pensare di scendere in politica, c’erano regole ferree per coloro che vendevano pubblicità per i suoi canali televisivi in Italia. Anche loro, come lui, avevano sempre un asso nella manica. Emanavano ottimismo e cortesia. Era loro vietato fumare, o tenere i capelli lunghi, o la barba, o persino i baffi. Il loro alito doveva essere profumato, il loro cuoio capelluto senza forfora. Non potevano togliersi la giacca quando erano con un cliente, o appoggiare le loro borsa sul tavolo. Oltre a tutto questo, non dovevano mostrate dolcezza quando stringevano le mai.

Con queste disposizioni,  i venditori di Belusconi lo fecero diventare l’uomo più ricco d’Italia, con una fortuna stimata diec’anni fa fino a 8 miliardi di sterline, e più tardi, per coronare quest’immense conquiste, lo vendettero agli italiani come il loro leader politico, uno che è stato al potere più di chiunque altro da Mussolini in poi.

Uno dei modi in cui raggiunsero quest’obiettivo fu disegnando Berlusconi, in contrasto con i politici loschi e corrotti che lo avevano preceduto, come un uomo pulito ed onesto che, come Margaret Thatcher in Gran Bretagna, avrebbe risollevato il peso morto dell’ordinamento statale e della burocrazia e inaugurato una nuova era con un governo aperto ed efficiente.

Straordinariamente, nonostante le accuse di corruzione, evasione delle tasse e concorso in associazione mafiosa (per non menzionare quelle relative ai giochi sessuali del “bunga bunga” con giovanissime), quella reputazione non è del tutto svanita.

Nonostante tutto, Berlusconi ha ancora il suo asso nella manica. Quando si rivolge ai militanti, appare sempre pieno di speranza, sicuro di sé, e con la situazione in pugno. Respinge tutte le accuse contro di lui come politica di basso livello da parte di gente di sinistra amareggiata.

E nonostante i cumuli di prove messi insieme dalla polizia e dai magistrati, i sondaggi mostrano che il 30 per cento degli italiani concorda con lui sul fatto che lui sia una vittima di un’ingiusta persecuzione giudiziaria.

I sondaggi mostrano che gli scandali sessuali hanno portato la sua popolarità a un calo sostanziale, ma per il 28, 6 per cento lui rimane il preferito tra tutti i leader di partito, e la coalizione da lui guidata è stabile al 39,5 per cento come l’opposizione. Cameron e Clegg sarebbero molto felici al suo posto.

Un’ampia maggioranza pensa che Berlusconi dovrebbe sottoporsi al giudizio della procura di Milano (avendolo finora rifiutato sostenendo che questi pm sono imparziali, contro di lui e, in ogni caso, non competenti a giudicarlo), ma nonostante questo la maggior parte degli italiani non crede che Berlusconi sia finito come primo ministro. Solo il 13 per cento pensa che l’accusa di sfruttamento della prostituzione minorile porrà fine alla sua carriera, mentre il 26 per cento crede che l’intera vicenda sia una tempesta in un bicchier d’acqua e verrà dimenticata nel giro di pochi giorni.

Un altro 24 per cento dice di aspettarsi che le accuse si rivoltino come un boomerang contro l’attuale opposizione completamente a soqquadro e in uno stimolo per l’elettorato di Berlusconi.

Durante una mia visita in Italia sono rimasto sorpreso da quanto Berlusconi sia tutt’ora ammirato. Può forse aver perso il favore tra alcune donne e cittadini cattolici, ma la gran parte degli uomini, esclusi quelli di sinistra,continuano ad apprezzarlo. In Gran Bretagna sarebbe probabilmente invidiato per le sue ricchezze. in Italia tutto questo gioca a suo favore.

E’ lodat0 perché dà lavoro a migliaia di persone nel suo impero mediatico, e le sue ricchezze sono viste come una garanzia che governerà per gli interessi nazionali e non per quelli suoi personali. Se Blair e Reagan fossero manager della Teflon, Berlusconi è sicuramente non è da meno”.