Berlusconi chiede più poteri: “Così non posso lavorare”

Pubblicato il 25 Maggio 2010 - 13:37| Aggiornato il 26 Maggio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi ha intenzione di restare in politica ancora a lungo e chiede più poteri per il presidente del Consiglio per “poter operare”. Nell’intervista rilasciata a  Bruno Vespa per il  libro “Nel segno del Cavaliere”, Berlusconi spiega: “Sono aperto a qualunque soluzione possa rendere il Paese più governabile. Mi limito a chiedere di poter operare, visto che ogni giorno devo constatare di non poterlo fare”.

Secondo Berlusconi “il problema centrale delle riforme è in ogni caso l’aumento dei poteri del premier. “Fa parte della riforma della seconda parte della Costituzione che abbiamo in programma – spiega il premier – riforma necessaria per rendere efficace ed incisiva l’azione del governo, dotando il presidente del Consiglio di poteri che oggi non ne ha, mettendolo sullo stesso piano dei suoi colleghi in tutto il mondo”. Per esempio? viene chiesto al premier ‘nominare i ministri, dar loro istruzioni vincolanti e sostituirli se non funzionano. Oggi il presidente del Consiglio è appena un ‘primus inter pares’. Soltanto con l’autorevolezza personale riesco a supplire a poteri che si limitano di fatto soltanto alla stesura dell’ordine del giorno delle sedute del Consiglio dei ministri”.

In Gran Bretagna il primo ministro può decidere la data di scioglimento della Camera e scegliere la data delle elezioni. E’ immaginabile da noi qualcosa del genere?, chiede Vespa “Soltanto in questo modo il premier ha un potere reale di condurre la politica del suo governo – risponde il presidente del Consiglio – . Sarebbe un passaggio forte, ma non voglio creare problemi con l’opposizione e perciò non insisto”. Quale sistema la convince di più tra quelli europei?, chiede ancora Vespa. “Sono aperto a qualunque soluzione – conclude il premier – possa rendere il Paese più governabile. Mi limito a chiedere di poter operare, visto che ogni giorno devo constatare di non poterlo fare”.Quindi il premier i voler rimanere in politica a lungo:  “Finché gli italiani mi vorranno alla loro testa, al loro fianco per combattere in nome della libertà e della democrazia – spiega il premier – è mio dovere rispondere a così tanta fiducia dedicando a questo tutte le mie energie”.

Quando Vespa gli chiede un bilancio di questi 16 anni in politica Berlusconi risponde amareggiato: “C’é una cosa che mi addolora davvero: l’avversione, addirittura l’odio che gli oppositori manifestano contro di me e contro il mio governo”. Quindi il premier sottolinea di non essere affatto un dittatore (“fa ridere”), eppure questa accusa, unità a una “incredibile” quantità di odio, hanno spinto “qualche mente esaltata” a lanciargli contro un treppiede e una statuetta “allo scopo di farmi fuori”. “Non c’é un solo italiano, uno solo – dice il premier – che possa dire di aver subito un qualche danno da me e dai miei governi” tranne “mafiosi e camorristi”.

Il premier poi traccia un bilancio del suo operato: “Non abbiamo aumentato una sola imposta. Non abbiamo potuto ridurle come avremmo voluto, ma intanto abbiamo abrogato l’Ici sulla prima casa, abbiamo detassato i compensi per la maggiore produttività, abbiamo introdotto l’Iva di cassa, tanto per citare alcuni provvedimenti. Abbiamo aumentato le pensioni più basse. Abbiamo fatto fronte con assoluta tempestività ed efficacia alle emergenze come i rifiuti di Napoli e della Campania, come l’Alitalia, come il terremoto in Abruzzo. Abbiamo mantenuto i conti pubblici in ordine resistendo a tutte le critiche della sinistra. Abbiamo garantito la pace sociale estendendo la cassa d’integrazione a tutti coloro che perdono il lavoro. Rappresentiamo bene l’Italia all’estero ed abbiamo bloccato l’immigrazione clandestina dai Balcani e dall’Africa, dall’Albania e dalla Libia. Non c’é un italiano che possa dire: Berlusconi mi ha fatto del male, mi ha danneggiato.

Tranne naturalmente i mafiosi e i camorristi, visto che ne arrestiamo otto al giorno e sequestriamo e confischiamo i loro beni grazie alle nostre nuove leggi e alla lotta contro la criminalità organizzata che nessun governo ha mai condotto con altrettanta determinazione ed efficacia nella storia della Repubblica”. “Io – prosegue – non ho mai insultato nessun esponente politico. Sono una persona aperta e disponibile e in cambio che ricevo? Una quantità incredibile di odio che ha spinto qualche mente esaltata o squilibrata a sbattermi un treppiede sul cranio e a lanciarmi una statuetta in faccia allo scopo di farmi fuori. Perché sarei un dittatore. Sembra assurdo, fa ridere, ma è proprio così. Sarei un dittatore perché il Parlamento, con una maggioranza eletta democraticamente, ha fatto leggi giuste per impedire a dei magistrati politicizzati e faziosi di usare la giustizia a fini di lotta politica aggredendomi ingiustamente?