Berlusconi vuole assistere disabili. “Posso motivarli. Se no scateno inferno”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Aprile 2014 - 09:58 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi vuole assistere disabili. "Posso motivarli. Se no scateno inferno"

Silvio BerlusconI (Foto Lapresse)

MILANO – Arresti domiciliari o affidamento ai servizi sociali, la decisione è questione di ore, di pochi giorni al massimo. E Silvio Berlusconi, anziché “ravvedersi” (come richiesto per ottenere il più lieve affidamento ad istituti vari) avverte: “Se va come temo (leggasi domiciliari, ndr) scateniamo la fine del mondo”, riferisce Carmelo Lopapa su Repubblica. 

“Tenetevi pronti, perché se va come temo, scateniamo la fine del mondo”,

avrebbe detto a dirigenti e parlamentari che chiamano a Villa San Martino ad Arcore per dare coraggio al leader, che, in una memoria presentata dai propri avvocati ha chiesto di poter assistere non gli anziani ma i disabili: “Posso dare loro nuovi stimoli”.

Berlusconi non perde la propria forza d’animo. Come mercoledì 9 aprile, quando, in una nota contro “Forza Campania” accusata del tentativo di “sottrarre voti con l’inganno”, non ha mancato di attaccare “il braccio giudiziario” della sinistra, che, con una condanna ai domiciliari, vorrebbe impedirgli di fare campagna elettorale per le europee del 25 maggio. 

Lopapa racconta di un Berlusconi ancora in difficoltà dopo l’intervento al ginocchio, che si muove con le stampelle, circondato solo dalla fidanzata Francesca Pascale, dalla fedelissima Maria Rosaria Rossi e dall’avvocato Niccolò Ghedini. Non mancano di andare e venire i figli di primo letto Pier Silvio e Marina, che temono che il loro padre venga affidato, come trapelato nei giorni scorsi, ad un centro per l’assistenza ad anziani e disabili in Brianza. 

Lui, che si è sempre circondato di persone giovani (soprattutto donne) agli anziani preferirebbe i disabili, sia fisici che psichici: “Li motiverò a riavere speranza”, è il suo pensiero riferito da Paolo Colonnello sulla Stampa. 

Lo ha chiesto esplicitamente Berlusconi nella memoria di dieci pagine presentata lunedì 7 aprile dai suoi avvocati Ghedini e Franco Coppi. Nel documento l’ex presidente del Consiglio domanda di essere affidato, riferisce La Stampa, ad un

“centro terapeutico ospedalizzato” non per anziani ma per disabili mentali e fisici, persone su cui sviluppare “nuovi stimoli in quanto soggetti rassegnati alla disabilità”. Si tratterebbe di un luogo all’aperto e ancora da aprire, sempre nel milanese, probabilmente proprio ad Arcore. Individuato attraverso alcuni esperti e un’equipe medica. Dunque una realtà sperimentale di cui non si esclude che l’ex Cav potrebbe essere addirittura il mecenate”.