Bersani: “8 punti per governare”. Ma se serve “farà un passo indietro”

Pubblicato il 1 Marzo 2013 - 09:45| Aggiornato il 17 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Pier Luigi Bersani su Repubblica: “Ho preparato 8 punti per governare“. La portavoce di Bersani sul Corriere: “Bersani farà un passo indietro se serve”. Il segretario del Pd dice che vuole prendersi le sue responsabilità. E sulla responsabilità di Bersani punta anche Alessandra Moretti quando dice: “Se nel partito fossero individuate nuove soluzioni, sarebbe il primo a fare un passo indietro”.

Intervistato da Massimo Giannini, Bersani ha detto quello che proporrà alla direzione del partito e, successivamente, a Giorgio Napolitano. Ecco su cosa verte la sua proposta: “Il primo tema è l’Europa. Voglio che il prossimo governo ponga una questione dirimente, di cui ho parlato al telefono con Hollande l’altroieri: l’austerità da sola ci porta al disastro. In sede europea, tutti devono mettersi in testa che il rientro dal debito e dal deficit è un tema che va spostato nel medio periodo: ora c’è un’altra urgenza assoluta, il lavoro”.

Il secondo tema è quello sociale. Il disagio è troppo forte, i comuni devono poter aprire sportelli di sostegno, bisogna sbloccare subito i pagamenti della PA alle imprese e introdurre sistemi universalistici negli ammortizzatori sociali”.

Il terzo tema è la democrazia. Il nuovo governo, immediatamente, deve dimezzare il numero dei parlamentari, abbattere gli stipendi al livello di quelli dei sindaci, varare leggi che regolino la vita dei partiti e non solo per i finanziamenti, che inaspriscano drasticamente le norme anti-corruzione e che regolino finalmente i conflitti di interessi”.

E poi, a proposito di trasparenza: “Ciascuno di questi punti si tradurrà in un specifico disegno di legge, che giorno dopo giorno farò pubblicare in rete già da giovedì mattina. Questo mi offrirà la gradevole opportunità di rilanciare anche qualche vecchia idea, come la creazione di un ministero per lo Sviluppo Sostenibile, visto che l’economia verde deve essere il cuore del nuovo governo che ho in testa”.

Bersani, pur analizzando la sconfitta elettorale, vuole sottolineare il rinnovamento che il partito ha operato: “Il 42% dei nuovi sono donne, e su 340 deputati dei nostri eletti alla Camera io ne conosco al massimo il 10%”.

E poi lancia un messaggio a Grillo: “Voglio solo dire che accolgo il suggerimento di Vasco Rossi: “fottitene dell’orgoglio”. Lui può insultare finchè vuole, ma deve venire in Parlamento a dirmelo. Gli lancio questa sfida”.

La Moretti, portavoce di Bersani e pure deputata, ribadisce totale chiusura a Berlusconi e parziale apertura al Movimento 5 Stelle:  ”Un governo con Berlusconi io non lo voto”. E invece: “Noi abbiamo molta fiducia nei parlamentari del M5S, portano istanze molto simili a quelle di una nuova classe dirigente del Pd e sento che possiamo trovare un’intesa”.

Il giorno prima rispetto a queste due interviste, invece, Dino Martirano sul Corriere aveva elencato i possibili 8 punti di Bersani:

1) legge elettorale;

2) taglio dei costi della politica e riduzione del numero dei parlamentari;

3) conflitto di interessi;

4) nuova legge anticorruzione che recuperi i contenuti stralciati, su pressione del Pdl, dalla legge Severino: reato di autoriciclaggio, pene più severe per il falso in bilancio e nuovo reato voto di scambio;

5) riduzione delle spese militari;

6) rimborso dei crediti vantati dalle aziende nei confronti dello Stato;

7) esenzione Imu per la prima casa fino a 500 euro;

8) interventi urgenti per l’occupazione e la crescita.