Bersani a Repubblica Tv: “Il centrosinistra non deve picconare il Pd”

Pubblicato il 4 Maggio 2010 - 15:04 OLTRE 6 MESI FA

Pierluigi Bersani

Bersani a tutto tondo parla a Repubblica Tv. Tema rovente, dopo gli sfoghi dei giorni scorsi, la salute del partito. Quel grande progetto politico che doveva mettere in crisi il centrodestra e che invece nella crisi, quella delle elezioni amministrative di marzo, ci è caduto a capo fitto. Antidoti, cure, proposte di rinnovamento e prospettive di un Partito democratico che deve approfittare della debacle all’interno della maggioranza di governo, ma anche i progetti “di sinistra” sul conflitto d’interessi e il tema della giustizia. Il segretario del Pd ne ha per tutti  e per tutti gli schieramenti.

Il centrosinistra deve abbandonare il vizio di “picconare” il Pd, e da parte sua il partito deve mettere al centro il tema del lavoro per tornare ad avere un rapporto diretto con il Paese. Il leader del Pd ha spiegato: “Stiamo tutti facendo tante chiacchiere. Nel governo fanno chiacchiere, spesso e volentieri anche nel grande mondo del centrosinistra ci sono dei modi di fare l’opposizione a Berlusconi che si concludono con picconate a Pd. Credo che non sia questo l’atteggiamento”.

Secondo Bersani infatti il centrosinistra deve “recuperare un rapporto con il Paese e questo lo si può fare solo riportando la politica in presa diretta sui problemi più sentiti, cominciando dal lavoro che è il tema di fondo”. E’ per questo che il segretario promette che in futuro “mi impegnerò di portare la politica sulle cose vere”.

Il rinnovamento del Pd, Bersani lo vede proprio a partire dagli amministratori locali del partito: “Hanno ragione a voler dire la loro  il Partito è lo strumento, il problema da risolvere è il Paese. Lo strumento deve funzionare e noi abbiamo avuto dei problemi da questo punto di vista: personalismo, un localismo eccessivo, selezione dei gruppi dirigenti”. Rispondendo a un messaggio che chiedeva di dare più spazio agli iscritti che agli amministratori locali, Bersani ha detto: “Non vedo contrapposizione tra amministratori e iscritti. Noi abbiamo circa 10.000 amministratori locali con una media di età di 40 anni. E’ una platea vasta e giovane che si misurano con la parte più concreta della politica. In questo bacino – ha concluso – vedo una possibilità molto grande del rinnovamento del Pd”.

Ma non solo problemi in seno al partito. Sul tema del conflitto di interessi Bersani non ha dubbi va affrontato nell’ambito di una impostazione Antitrust delle comunicazioni, altrimenti si rischia un approccio “neboluso”. Bersani ha sottolineato che “da queste posizioni dominanti sono state sostenute delle piegatura in senso plebiscitario del meccanismo democratico, meccanismo che poi si è rivelato un non decidere”. “Il meccanismo berlusconiano – ha affermato ancora – si è dimostrato il meno adatto a decidere. Abbiamo una assenza totale di riforme”. Per Bersani, quindi, occorre “legare la questione sociale e la questione democratica”. “Io – ha aggiunto – metterei il conflitto di interessi in un tema più generale: che democrazia vogliamo, se nel senso della nostra Costituzione o no. Questo – ha concluso – è fulcro di una battaglia che vogliamo riprendere”.

Per questo la giustizia “non può essere tabu; non può essere che poiché c’è Berlusconi dimentichiamo che la giustizia è un grande tema sociale, che va preso da lato opposto di come fa Berlusconi: lui lo fa per i suoi affari, noi lo prendiamo dal lato dei cittadini”. Le proposte del Pd, ha spiegato Bersani, che verranno presentate all’Assemblea nazionale del 22 maggio, prendono le mosse “dal funzionamento della giustizia a favore dei cittadini; cercano di dare organizzativamente delle risposte concrete ai problemi; non è in discussione l’ obbligatorietà dell’azione penale”. “Intendiamo occupare il campo della giustizia – ha concluso – dal lato dei cittadini, e da questo lato contestiamo in radice il modo in cui lo sta facendo Berlusconi, attraverso dei Lodi”.