L’offerta di Bersani a Bossi: fino alla “secessione morbida”?

Pubblicato il 16 Febbraio 2011 - 13:38 OLTRE 6 MESI FA

ROMA-Qualche dubbio sull’ultimo frammento della strategia, o tattica che sia, di Bersani. Dubbio di quantità: non sarà un offrire moltissimo per non ottenere nulla? Ma soprattutto dubbio qualitativo: le “materie” che il Pd vuole scambiare non sono la porta aperta, lo scivolo oliato verso un sacco di guai per il paese? Bersani e il Pd dicono a Bossi e alla Lega: staccatevi da Berlusconi e noi vi daremo il federalismo, lo agevoleremo, lo voteremo, anzi già stiamo collaborando, vedi l’atteggiamento del partito sul fisco regionale in discussione, vedi il lavoro in comune che già stanno facendo il nostro Vasco Errani, presidente dei governatori, e i vostri Luca Zaia e Roberto Cota. Ve lo siamo venuti a dire perfino nero su bianco con l’intervista di Bersani su “La Padania”.

Ecco quindi il dubbio “quantitativo”: Bossi da Berlusconi non si schioda, non ora almeno, non fino a quando non abbia portato a casa tutti i decreti sul federalismo. Domani, forse, chissà. Ma allora cosa “scambia” il Pd, visto che per Bossi Berlusconi può restare presidente del Consiglio almeno per tutto il 2011? Ma questo riguarda il Pd, affari suoi. Le “materie” scambiate invece riguardano tutti noi: il federalismo in fretta e a tutti i costi ormai è chiaro che ha un “costo”: l’aumento delle tasse locali. E questo perché viene realizzato senza sostanziali modifiche alle dinamiche di spesa di Regioni, Comuni e Province. Più tasse e spese intatte, ne vale la pena, è davvero un affare e che razza di affare è per la collettività? Non bastasse, corre voce che la Lega ha appoggiato sul tavolo dello “scambio” una sorta di “secessione morbida”. Cioè dare alle Regioni la possibilità di trasformare in “esclusive” delle Regioni stesse competenze finora previste come “concorrenti” con lo Stato centrale. Competenze da finanziare con una quota di Irpef nazionale che diventa regionale. Per far questo ci vuole la maggioranza assoluta in Pçarlamento, come da articolo 116 della Costituzione. Per far questo ci vuole il Pd. Quindi Regioni che oltre a fare da sè, fanno per sè, ed è una bella differenza, una differenza che non è esagerato definire secessionista. E macchina della spesa pubblica lasciata invariata e nuove tasse locali. Se questo è lo “scambio”, la moneta per ottenere che Bossi ci faccia un pensiero a mollare Berlusconi forse domani, forse dopodomani, allora il prezzo è davvero troppo alto e soprattutto incongruo. Anche perché non lo pagherebbe il Pd, ma il paese intero.