Bersani chiama a raccolta le opposizioni: “Serve unità contro la deriva”

Pubblicato il 24 Aprile 2010 - 16:27 OLTRE 6 MESI FA

Pier Luigi Bersani

Pierluigi Bersani chiama a raccolta le opposizioni contro il “priocolo di una deriva”. Silvio Berlusconi accoglie dice che per le riforme servono ampi consensi e poi dice di essere sereno, perché non ha mai litigato con Fini.

Bersani. «Le tensioni nella maggioranza in futuro sono certe – afferma – gli esiti imprevedibili. Le forze di opposizione non possono sottovalutare i rischi che Berlusconi per un verso e la Lega per l’altro possono dare per accelerare una situazione che non riescono ad affrontare. Per le forze di opposizione serve una responsabilità nuova».

«Serve un impegno più forte – sostiene Bersani – a discutere e concertare l’azione parlamentare e un lavoro per stringere i contenuti dell’alternativa».

Per «accelerare» il confronto con le opposizioni, il leader Pd, che nei giorni scorsi ha già incontrato il leader Idv, Antonio Di Pietro, continuerà «colloqui e verifiche» con le altre forze di opposizione dentro e fuori il Parlamento.

«Siamo di fronte – sostiene Bersani – ad una situazione estremamente confusa. Il Paese, pieno di problemi, assiste attonito a lacerazioni molto profonde nella maggioranza che in un colpo solo ha distrutto tutta la retorica berlusconiana dei cieli azzurri e dei mondi felici».

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini «con i suoi ha sostenuto e votato tutte le decisioni di questo e degli altri governi del centrodestra ma ora propone con nettezza un’altra piattaforma: nella politica economica, nei rischi di deriva plebiscitaria, nel tema dell’unità del paese». Temi, ribadisce il segretario Pd, «assolutamente veri e assolutamente irrisolvibili nel Pdl e nella maggioranza dove Fini si trova». Da qui l’imprevedibilità dello scontro nel centrodestra e la necessità per Bersani di accelerare il confronto nelle opposizioni.

“Dalle opposizioni deve arrivare un appello ad altre forze – prosegue il leader del Pd – ma anche a energie sociali ed economiche su due questioni fondamentali: cambiare l’agenda della politica per occuparsi di questioni sociali e un confronto in Parlamento per dare al bipolarismo una forma efficace, più moderna e saldamente costituzionale che blocchi i rischi di derive plebiscitarie».

Bersani, in un’intervista all’Ansa, spiega il senso di un “patto repubblicano” con personalità come Gianfranco Fini che non vuol dire, precisa, “fare governi insieme”. «Bisogna rivolgersi – spiega Bersani – ad altri partiti ma anche forze sociali ed economiche perché reagire ad una democrazia plebiscitaria, che ha dimostrato di non saper decidere, non è solo questione di opposizioni». Sui problemi economici del paese e sulle riforme serve dunque «un patto largo in Parlamento» coinvolgendo però anche personalità e forze esterne.

Il banco di prova per il leader Pd, potrà avvenire già in tempi ravvicinati: «Martedì alla Camera si metterà ai voti la proposta di dare un reddito a coloro ai quali scadono gli ammortizzatori sociali o non hanno ammortizzatori. Il governo si é messo di traverso. Vediamo se su un tema concreto il paese capisce di che cosa parliamo».

Di Pietro. «Mi meraviglio che le idee rilanciate da Bersani facciano notizia perchè sono la fotocopia in carta carbone delle nostre. Ora comunque occorre individuare il candidato premier entro l’anno». Così il presidente dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro, interpellato telefonicamente, risponde all’appello lanciato dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani circa la necessità che le opposizioni si uniscano contro la ‘deriva plebiscitaria’ del Pdl nonchè quella di fare un patto repubblicano anche con Gianfranco Fini.

«Si dovrebbe trattare di una figura di sintesi – spiega dunque Di Pietro -, e dunque io non posso essere. Posso partecipare infatti ma non governare la coalizione». A chi gli chiede se la scelta potrebbe ricadere su Luca Cordero di Montezemolo, il leader dell’Idv replica: «Non lo tirerei per la giacchetta. Occorre cercare – dice – tra quelli che vogliono partecipare attraverso un percorso trasparente».

Berlusconi. Il premier da Milano commenta così la proposta di un patto repubblicano anche con Gianfranco Fini: «Quando si pensa a una riforma soprattutto dell’architettura istituzionale del nostro Paese attraverso una legge costituzionale, l’auspicio che dobbiamo tutti avere è che ci sia il massimo della condivisione e della partecipazione ad una fase dialettica e poi a una fase di approvazione che se ci vedesse tutti concordi realizzerebbe quello che poi con le celebrazioni di oggi abbiamo voluto sottolineare».

Berlusconi ha quindi ribadito la necessità di una condivisione per la realizzazione delle riforme. “Nelle celebrazioni di oggi – ha spiegato il presidente del Consiglio – abbiamo voluto sottolineare che è importante non soltanto l’unità d’Italia ma, su certi temi, l’unità di tutte le forze politiche che in Parlamento rappresentano il popolo italiano”.

Poi riferendosi a Fini il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha negato di essere stato protagonista in questi giorni di burrasche politiche. “Io – ha detto Berlusconi – non sono mai stato protagonista di burrasche. Io non ho mai litigato perché per litigare bisogna essere in due. E’ questo che ho detto anche a chi ha tentato di dire che ho litigato. Io sono assolutamente sereno, non ho mai dato nessuna risposta piccata in tanti mesi e continuo ad essere sereno, convinto di ciò che sto facendo”.

Calderoli. “Le riforme si fanno con la maggioranza allargata e non con le opposizioni allargate”. Lo ha detto il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, interpellato sulla proposta di un patto repubblicano avanzata Bersani.

Secondo il coordinatore delle segreterie della Lega Nord, “quella di Bersani sembra la riproposizione di ciò che aveva fatto Casini a dicembre scorso e che non era durato nemmeno un mese. Una cosa destinata a fallire. Là fu una maionese impazzita e qui si sta cercando di aggiungere alla maionese una punta di aceto…”.