Bersani, Di Pietro, Vendola, Chiamparino: centrosinistra diviso su elezioni e candidature

Pubblicato il 2 Agosto 2010 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA

Pier Luigi Bersani e Antonio Di Pietro

Se nel centrodestra la situazione è delicata, nel centrosinistra non è che si vada d’amore e d’accordo: Di Pietro e Vendola vogliono elezioni anticipate, il Pd preferirebbe un governo tecnico. Di Pietro ha comunque invitato Bersani a mettere da parte le differenze per creare una nuova opposizione in grado di battere Berlusconi. Dal canto suo il segretario del Pd ha da un’altra gatta da pelare, ossia quelli che lui definisce “i personalismi” del centrosinistra: dopo l’autocandidatura di Nichi Vendola a leader della coalizione, nelle ultime ore starebbe prendendo corpo anche la candidatura del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino.

Antonio Di Pietro ha compilato la propria “ricetta” in una lettera aperta a Bersani: “Basta alchimie con ipotesi legate a larghe intese o a governi tecnici, serve invece un tavolo dell’opposizione per mettere in campo al più presto idee, progetti e uomini che rappresentino l’alternativa al governo. Il leader dell’Idv ritiene necessario che si ricostruisca una coalizione innovatrice e capace “di vincere le sfide del cambiamento”, per cui “è necessario rimboccarsi le maniche consapevoli che più forte e unita sarà l’opposizione e più rapido sarà il declino di questa maggioranza”.

Bersani ha accolto con molte riserve la proposta dell’Italia dei Valori, bocciando l’ipotesi di un “predellino” del centrosinistra, di un partito unico, dopo che proprio tra i partiti dell’opposizione sono volati “calci negli stinchi”. Piuttosto, ha detto Bersani, bisognerebbe prima accorciare le distanze tra le forze di opposizione. L’idea di un tavolo attorno al quale l’opposizione possa elaborare una strategia comune piace al segretario del Psi Riccardo Nencini: “Agosto non può essere un mese di ferie. Il tavolo si riunisca subito, noi siamo pronti”. A sostegno delle posizioni di Bersani sul governo di transizione è arrivato anche il leader dell’Api Francesco Rutelli.

Contro qualsiasi soluzione diversa dal voto è invece Nichi Vendola che ha confermato di essere pronto, in caso di crisi, ad andare subito alle elezioni senza cercare “scorciatoie” come la ricerca dell’appoggio di Fini per un governo di transizione.

L’altro nodo da sciogliere per Bersani riguarda la definizione della leadership all’interno dello schieramento. Finora la guida del centrosinistra in ottica elettorale è stata in mano al leader del Partito Democratico (da Veltroni a Rutelli a Franceschini). In vista delle prossime politiche, invece, c’è già stata l’autoinvestitura di Vendola, pronto a “sparigliare le carte” nel centrosinitra. Nelle ultime ore, poi, si è fatto largo anche il nome di Sergio Chiamparino, che potrebbe candidarsi alle primarie dando vita a una lotta “fratricida” con il segretario del suo partito.

Per questo Bersani sta cercando di riportare ordine all’interno dello schieramento: “Basta personalismi. Basta borie di partito. Basta meccanismi a scavalco. Da settembre in poi anche il grande campo del centrosinistra deve essere chiamato alle sue responsabilità”. Anche sulla possibile candidatura di Chiamparino, Bersani è stato esplicito: “Qui si mette sempre il carro davanti ai buoi”, alludendo al fatto che quella relativa alla leadership è una discussione al momento prematura.