Bersani: “Al governo non tremi il polso, chi ha di più deve dare di più”

Pubblicato il 11 Agosto 2011 - 14:49 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Al governo non tremi il polso”: Pier Luigi Bersani lo scandisce e quasi lo grida. Insiste che questo governo è parte del problema e non della soluzione, lamenta l’incapacità del governo di scegliere e agire in fretta. Propone il segretario del Pd “tagli di spesa sulla Pubblica amministrazione e non  sul sociale”, cioè quello che inizia a descrivere come una “smezzata” della politica. A partire dal numero dei parlamentari e scendendo giù fino ai governi e alle rappresentanze locali. Polemicamente si compiace del fatto che “il ministro abbia finalmente digerito la tracciabilità” contro l’evasione fiscale. Distingue tra “obbligo” e “possibilità” delle liberalizzazioni, conclude: “Chi ha di più deve dare di più”. Si siede, aspetta che il governo lo scriva il famoso decreto, convinto che in fondo quelli che “hanno di meno” possano essere esclusi dal pagare il conto. Convinto che sia giusto così e soprattutto convinto che possa bastare che paghino “quelli che hanno di più”. Ha buon gioco quando squaderna incongruenze e responsabilità di governo, mostra pessime carte quando promette che sia possibile esentare tre quarti d’Italia dal pagare il conto.