Bersani ci crede: “Vinciamo le Regionali e poi…”

Pubblicato il 24 Marzo 2010 - 00:03 OLTRE 6 MESI FA

Pier Luigi Bersani

Pier Luigi Bersani ci crede. Alle Regionali in programma per il 28 e 29 marzo, secondo il segretario del Pd,  potrebbero arrivare  per il centrosinistra  “risultati fino a poco tempo fa impensabili”.

Se davvero la vittoria alle urne si materializzasse,  secondo Bersani si tratterebbe di un primo passo verso “altri risultati” importanti e, nell’immediato il Pd avrebbe la forza per costringere Berlusconi a mettere “il suo testone” sui problemi del lavoro e della crisi economica.

Per discutere i probelmi del Paese Bersani si dice disposto ad andare perfino ad Arcore. Il segretario del Pd, martedì 23 marzo hacompiuto un lungo giro elettorale nel Lazio meridionale, nelle province di Latina e Frosinone. Ha visitato il mercato settimanale del capoluogo pontino, per poi spostarsi al presidio del Pd davanti alla ex centrale nucleare di Borgo Sabotino, concludendo il giro con un comizio a Frosinone.

Bersani ha voluto incontrare anche i lavoratori di due aziende in crisi, la Nexans di Latina e la Viacom di Anagni. I temi del lavoro e della crisi sono stati al centro del suo dialogo con i militanti e i cittadini incontrati, ma il segretario ha risposto anche alle accuse di Berlusconi secondo cui la sinistra è incapace di dialogare.  “In venti mesi – ha ricordato – lui ha fatto 58 decreti e ha messo 28 volte la fiducia, e questo per zittire non solo l’opposizione, ma la sua stessa maggioranza. Questo è il suo modo di intendere il dialogo”.

Per quanto riguarda la maggioranza il leader del Pd ha infierito sulle divisioni interne del PdL che, a suo giudizio, “sono molto più grandi di quelle che avevamo noi una volta”. Proprio queste divisioni, ha spiegato, dimostrano “il nervosismo” di fronte all’imminenza delle urne, dovuto anche “ai dubbi che cominciano ad esserci anche nel centrodestra” sulla ricetta di Berlusconi che “dipinge la situazione come se i cieli fossero sempre azzurri”.

La situazione reale, ha ripetuto in più occasioniil leader del Pd, è ben diversa, come ha potuto constatare nelle visite alle due aziende in crisi. Tutto ciò lo porta ad essere “fiducioso e ottimista” sull’esito delle elezioni, a partire da quelle del Lazio: “non vi dico che abbiamo vinto – ha detto a Frosinone – perché siamo al pelo, ma vi dico che vinciamo”.

Un successo alle urne aprirebbe scenari completamente nuovi: “siamo prossimi a un risultato – ha detto il segretario del Pd – fino a poco tempo fa impensabile; se lo otteniamo dal giorno dopo ci mettiamo a ragionare a un altro risultato fino a poco tempo fa impensabile”: una proposta di governo vincente per le elezioni politiche del 2013. Su questo progetto Bersani spiega la sua idea, e cioé una “alleanza larga che abbia il Pd come perno” e che sia “una alternativa credibile davanti agli elettori”.

Bersani si è però dato un obiettivo più immediato in caso di vittoria alle regionali: “il mio sogno – ha spiegato – è che dalle regionali venga un segnale che ci metta, il giorno dopo, in grado di dire a Berlusconi ‘adesso vieni qui e metti il testone sul vero problema, e cioe’ il lavorò”. Sì, ha insistito, perché in questi due anni “l’Italia è rimasta bloccata sui suoi problemi, come il processo breve, le intercettazioni o le trasmissioni da chiudere”.