Bersani toglie il “seggio” di sotto a D’Alema

Pubblicato il 16 Ottobre 2012 - 13:40 OLTRE 6 MESI FA
Bersani non chiederà a D’Alema di ricandidarsi

ROMA – Bersani non chiederà a D’Alema di ricandidarsi. Era stato lo stesso ex presidente del Consiglio a rilanciare la palla al partito, al segretario: il verdetto è arrivato, D’Alema potrà essere ancora prezioso ma da un luogo diverso dal Parlamento. Ma, come per tutti gli altri, dovrà chiedere una deroga al regolamento che sancisce un limite alle candidature in Parlamento. Come dire, il segretario ha tolto la sedia sotto all’autorevole dirigente: ora se la deve vedere lui se è il caso di ingaggiare una battaglia che, Renzi a parte, sarebbe del tutto impopolare.

Dopo la campagna “rottamatrice” di Renzi, l’unico vero sfidante di Bersani alle primarie di partito, la decisione di Walter Veltroni di dichiarare esaurita la sua esperienza parlamentare ha scompaginato i piani dei “vecchi” dirigenti Pd, tutti chiamati in causa. D’Alema non aveva voluto seguire l’esempio di Veltroni: raccogliendo la provocazione di Renzi aveva annunciato di volersi ricandidare solo per fargli dispetto. Poi aveva rettificato sposando una linea più prudente rimettendosi alla volontà del partito, non senza farsi scortare, peraltro, dalla solidarietà nei suoi confronti sottoscritta da 700 personalità sulle pagine dell’Unità.

La querelle D’Alema quindi dovrebbe essere arrivata al capolinea: ora bisognerà vedere cosa succederà agli altri big. Bersani pensa a un fisiologico ricambio generazionale ma non può e non vuole avallare il criterio della rottamazione così come imposto dal suo avversario Renzi. “Io quelli da rottamare (fra virgolette) li conosco tutti, e non da oggi parlo con loro. E sono buon testimone che non c’era bisogno di Renzi perché facessero una riflessione, perché è tutta gente che sa benissimo che si può essere protagonisti senza essere parlamentari. Quel che non è accettabile è che ci sia qualcuno che si impanca, che dica tu sei il ramo secco, tu sei il motorino da rottamare. Cambiare sì, rottamare no. E il cambiamento ci sarà, la ruota girerà”.

Nel forum organizzato da Repubblica, Bersani ha speso un pensiero anche per Monti, che non tirerà per la giacca “Noi intendiamo preservare la credibilità e il rigore di Monti nel mondo, è un merito suo. Poi certamente l’azione di governo ha dei limiti dovuti in particolare alla maggioranza parlamentare perché c’è chi tira il freno. Sulla corruzione il problema non è la Severino ma la maggioranza spuria che corrode l’agenda di governo. Poi c’è una certa difficoltà tra decisioni e vita dei cittadini”.

Sulle riforme adottate dal Governo Bersani preannuncia aggiustamenti importanti, ma non c’è nulla da scaraventare in aria. Sul tema esodati rileva che le nostre pensioni sotto controllo ci impongono di rivedere le garanzie per tutta la platea. Dell’ultima legge di stabilità non gli piace che non sia stata toccata dai benefici la fascia degli incapienti, quelli sotto gli 8 mila euro. “Le misure sulla scuola sono inaccettabili e così le misure per le fasce di disagio e disabilità. Vediamo la versione definitiva ma il diavolo è nei dettagli”.