Bersani sfida Grillo e promette: “Governiamo senza Berlusconi”

Pubblicato il 6 Marzo 2013 - 11:10| Aggiornato il 5 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Non stiamo corteggiando Grillo, anche perchè il suo movimento non è meglio di noi. Ragion per cui governerà il Pd, l’unico partito che ha qualcosa da offrire”. Pier Luigi Bersani nella sua relazione alla direzione Pd di fatto lancia la sfida a Beppe Grillo. Bersani chiude poi le porte al Pdl: “Non riteniamo né praticabili, né credibili accordi di governo tra noi e la destra. Siamo pronti solo a corresponsabilità istituzionali”.

Bersani comincia facendo una panoramica “della situazione attuale”. “Sappiamo che le decisioni che prenderemo potranno segnare non solo questo momento ma il futuro, una fase non breve”. Quindi ci tiene a sottolineare: “Non stiamo corteggiando Grillo ma si sta interpretando quel che si muove nel profondo per bucare il muro di autoreferenzialità del sistema che comincia ad essere in gioco”.

Quello del segretario del Pd è anche un autocritica per quel che riguarda il M5S. “È una questione sociale perché il movimento è forte tra giovani e colpiti dalla crisi”. Bersani analizza anche il voto e in particolare quello della destra che “ha perso sei milioni di elettori”. Senza contare che la destra “esiste come in tutta Europa, ma l’idea che non ci fosse l’avversario ci ha danneggiato“. E “il nostro arretramento ha fatto sì che ci fosse una loro rimonta”.

L’imperativo, per il leader democratico, è cambiare. Cominciare con una riforma delle politica e guardare al blocco sociale. Cambiare perché c’è un’urgenza, e superare “l’autoreferenzialità della politica”. E per quel che riguarda un futuro governo, Bersani parla chiaro: “Noi non possiamo offrire una governabilità stabile, ma nemmeno gli altri”. Il partito però “non sfugge alle sue responsabilità”.

Quindi Bersani parla dei suoi 8 punti per il cambiamento: “Il primo è fuori dalla gabbia dell’austerità. Poi misure urgenti sul blocco sociale. Riforma della vita politica e pubblica. Voltare pagina sulla giustizia e l’equità. Poi una norma contro il conflitto di interesse e doppi incarichi. Economia verde e sviluppo sostenibile. Apertura ai matrimoni gay e alla cittadinanza a chi è nato in Italia. Non ultimo istruzione e ricerca”.