“Bertolaso? Adotti un profilo più basso”: il figlio di Balducci a Vanity Fair

Pubblicato il 7 Aprile 2010 - 16:48 OLTRE 6 MESI FA

Angelo Balducci

Lorenzo Balducci, figlio del numero due della Protezione civile, Angelo, si racconta a Vanity Fair e tira in ballo anche Guido Bertolaso.  «È andato dal Papa a ricevere pubblicamente la benedizione per il lavoro che fa. Non lo conosco personalmente, non l’ho mai incontrato, non mi permetto certo di esprimere giudizi di merito, sollevo solo una questione di opportunità: penso che una persona indagata in un’inchiesta così delicata forse dovrebbe adottare un profilo un po’ più basso», dice il giovane.

Lorenzo, 27 anni, parla anche del padre,  il presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici, in carcere a Prato, arrestato per l’inchiesta sugli appalti legati al G8.

«Mio padre è un uomo generoso, quindi facilmente attaccabile – spiega- Infatti è in galera, a differenza di altri personaggi coinvolti nell’inchiesta che, fino a poco tempo fa, parlavano bene di lui, e che oggi si comportano come se la vicenda non li riguardasse».

Impegnato come attore da anni, Lorenzo Balducci, scrive Vanity, «da giovane attore di buona reputazione e poca fama si è trasformato in meno di un mese in raccomandato eccellente».

Al cronista, che gli chiede che effetto faccia sentirsi appiccicata addosso l’etichetta di chi ha lavorato solo in virtù delle raccomandazioni, risponde: «Rabbia. Lavoro da dieci anni e ho fatto già una ventina di film: abbastanza per capire che se sei figlio di qualcuno, si tratti di produttore o direttore di banca, le segnalazioni arrivano comunque, che tu lo voglia o no, che tu lo sappia o no. Ma quanto ho letto sui giornali è lontano anni luce da qualunque ipotesi realistica. Io so di essere stato segnalato per un paio di film, non di più. Non le dirò quali, non mi sembrerebbe giusto verso i registi che mi hanno provinato e che ho visto realmente convinti di me. Sarebbe forse meglio urlare allo scandalo quando si vedono in Tv fiction dove l’80 per cento del cast non sa recitare».

Come ha trovato suo padre, dopo tanti giorni di carcere? «Sorridente, emozionato, contento di vederci, per niente abbattuto. Ha già sostenuto molti interrogatori, e ha risposto punto per punto a ogni domanda: è deciso più che mai a fare chiarezza».

Dell’accusa di corruzione, lei che idea si è fatto? «Nel merito dell’inchiesta non voglio entrare: è giusto che i magistrati facciano il loro lavoro. Da figlio, starei vicino a mio padre anche se fosse un assassino. Ma, al di là del paradosso, la cosa che mi fa stare tranquillo è la lealtà dell’uomo che conosco, completamente diverso da come è stato descritto sui giornali. Se poi fosse dimostrato che ha sbagliato, penserei che è successo perché ha seguito i cattivi consigli di persone più potenti di lui».