Bertolaso, favori e soldi: le intercettazioni

Pubblicato il 13 Febbraio 2010 - 19:54 OLTRE 6 MESI FA

Guido Bertolaso

Intorno a Guido Bertolaso c’erano sesso, favori, passaggi di denaro. Questo sembrano rivelare le intercettazioni in mano ai magistrati delle telefonate tra il capo della Protezione civile e i “suoi”, come l’imprenditore Diego Anemone. Spuntano le ragazze scelte per allietare le serate di Bertolaso e i nomi di due donne, l’italiana Francesca, che Bertolaso sostiene essere solo e nulla di più di una bravissima massaggiatrice e della brasilana Monica, competenze non meglio precisate.

FESTA E DONNE

Il 21 settembre 2008 Anemone e un collaboratore, Simone Rossetti, sono alle prese con l’idea di organizzare una festa per Bertolaso.

Rossetti. Capo

Anemone. Eccomi

R. Allora, domenica prossima alle 8

A. Di quello che parlavamo prima?

R. Si, sì, cosa megagalattica

A. Lì da voi?

R. Chiudo il circolo due ore prima. Festa al Centro benessere

A. Ok

R. Tre persone con lui

A. Perfetto

R. Sicuramente ci costerà qualche soldino

A. Non mi frega un cazzo Simò

R. No, no, io ‘ste cose…

A. Però mi raccomando. La riservatezza tua e basta, Simò

R. Tranquillo proprio. Organizzo proprio tutto il passaggio. Vai tranquillo.

Si accordano e preparano tutto, comprese le ragazze del “Salaria Sport Village” di Roma, che fa capo all’imprenditore e frequentato dal capo della Protezione civile. Si risentono poco dopo:

Rossetti. Senti, quante situazioni devo creare? Una… Due…

A. Io penso due… lui si diverte… due

R. Tre?.. Che ne so?

A. eh la Madonna!

R. Va bene, a posto.

A. di qualità!

R. Assolutamente, sempre.

Il 27 settembre 2008, Bertolaso chiama Anemone e disdice la sua partecipazione all’evento e i due cercano di accordarsi per un’altra data.

Bertolaso: Sono a Brescia nel mio lungo giro italiano.

Anemone: Madonna! Ma torni su Roma?

B: Tornerò questa sera ma poi poi dovrei muovermi domani mattina e rimanere fuori al nord.

A: Quindi non ci sei domani sera.

B: No, ahimé non ci sono. Però conto che l’offerta possa essere ripetuta ovviamente in un’altra occasione.

A: Va bene

B: Ripeto, spero che mi consentirai di approfittarne in un’altra occasione. Le occasioni non mancano.

Il 21 novembre 2008, Bertolaso chiama Rossetti.

Bertolaso: Sono Guido, buongiorno

R: buongiorno Guido

B: Io sono atterrato in questo istante dagli Stati Uniti. Se oggi pomeriggio, se Francesca potesse… Io verrei volentieri… una ripassata

R: Va bene

B: Perché so che è sempre molto occupata. Siccome oggi pomeriggio invece io sono abbastanza libero…Richiamo fra un quarto d’ora e tu mi dici

Il 10 febbraio 2009, Anemone e Bertolaso si risentono per un appuntamento con ragazza al Salaria Sport Village.

Bertolaso: Eccoci

Anemone: Disturbo? Come stai?

B: Potrebbe andare meglio.

A: Senti, volevo chiederti una cosa. Ma tu, poi, me lo fai quel sopralluogo domani?

B: Domani? Domani non faccio nessun sopralluogo.

A: Lì dove sta Simone B: No, ho riunioni varie. Poi, se durante il pomeriggio… certamente, se riesco a ritagliarmi un paio d’ore di tranquillità caso mai, sì lo faccio. Non avevo capito….

Il 17 febbraio 2009 il capo della Protezione civile e Anemone sono di nuovo al telefono

Bertolaso: Io domani pomeriggio, verso le due, di andare a fare una terapia in modo da riprendermi un pochettino, sempre se c’è ovviamente quella persona. Quella là. Capito?

Anemone: Perfetto. Assolutamente.

L’11 marzo Bertolaso informa Rossetti che c’è un regalo per Francesca

Bertolaso: Sono Guido, Buongiorno. Senti sei al centro te? Stanno venendo i miei due ragazzi che avevano una cosa per Francesca che gli dovevo mandare da tanto tempo, ma poi.. una cosa e un’altra… Li intercetti te o glielo dico io di rivolgerti a te direttamente?

Il 17 ottobre del 2008, Fabio De Santis, collaboratore di Balducci e commissario delegato dei lavori del G8 alla Maddalena, dice ad Anemone che il denaro alle imprese è stato accreditato e chiede un “ringraziamento” particolare: due ragazze, per lui e  Della Giovampaola all’hotel Gritti di Venezia.

De Santis: Dammi un bacio in fronte.

Anemone: Dove vuoi, sul culo pure se mi dai una buona notizia.

D: Preparati

A: Che vuol dire?

D: Eh! Ci ho i soldi in cassa!

A: Che ci hai?

D: I soldi in cassa

A: Ma che cazzo stai a dì

D: Non sto scherzando. Tu pensi di parlare… Tiè, ti passo il “lungus” (è Della Giovampaola).

Della Giovampaola: Ti dico una cosa così. In vita mia, Fa’, Dani’, non l’ho mai vista. Cioè all’1 e 15 sono arrivati i soldi sul conto. All’1.18 il soggetto attuatore li aveva già mandati in Banca d’Italia. All’1 e 19 sono partiti i pagamenti. Una cosa mai vista!

Anemone: Ma dai? Grande. Grande! Numero uno.

D.G.: Uno, quattro, cinque e sei (si riferisce all’importo dell’accredito. 1 milione 456 mila euro ndr). Mai vista una cosa del genere. Allora, a questo punto, in virtù di questa cosa… Non è che uno, siccome la vita è così… E’ una cosa un po’ così (ride)

A (ride): Eh certo. Della Giovampaola informa Anemone che l’indomani lui, De Santis e Balducci sono a Venezia, dove parteciperanno a una cena con il governatore della Regione Galan, organizzata dalla figlia di Pierluigi Alessandri, imprenditore che si è aggiudicato i lavori del nuovo palazzo del cinema di Venezia (appalto per i 150 anni dell’unità d’Italia).

D.G.: Che si deve fare? Ti faccio presente che noi, domani sera, insieme a una terza persona dormiamo a Venezia

A: Uhm. Ci organizziamo… Uno? Due?, Tre… tre?

D.G: No, no. Due. (…) Domani sera, sì. Abbiamo già fissato anche le camere e tutto. Se fosse possibile prendere un’ulteriore camera. Poi noi, siamo a cena. Non so che ora facciamo… Quando ritorna, uno fa un numero, sa che lì è il numero e punta. Capito?

A: Ma mi devi dire l’albergo però!

D.G. (lo informa che l’hotel è il Gritti): Siccome è roba che ha sei, quasi sette stelle, deve essere tutto equivalente. Perché non è che arrivano due stelline del cazzo che poi è una cosa che non va bene? Anche perché se no, non le fanno entrare. Lì ci sono tutti i marmi, i dipinti, i cazzi. Se no, non entrano. Capito?

A (ride): Eh no, non va bene. Adesso mi organizzo, vai.

APPALTI. LA MADDALENA. I MONDIALI DI NUOTO

Il 7 settembre 2008, l’architetto Marco Casamonti, che sta progettando l’albergo della Maddalena, parla con il padre dei soldi che si è aggiudicato.

Casamonti: Ti volevo dire che ho fatto progetti per 70 milioni di opere. Glieli danno. Sicché, se non glieli facevo io i progetti non li pigliava. Sono piaciuti tanto, perché io gli ho presentato anche la parcella. Gli ho chiesto 2 milioni di euro. Ma lui (l’imprenditore Carducci) mi ha detto: “Tu sei caro, tu sei caro”. E io ho detto: “Io sono caro, ma anche ti faccio fare 70 milioni di opere. Se non c’ero io, col cazzo che tu le facevi. Sicché… Deve un colpo al cerchio e uno alla botte (ride)

Il 17 maggio 2008, Fabio De Santis, commissario delegato ai lavori della Maddalena, parla con Anemone  della divisione degli appalti.

Anemone: Mi avevi chiamato, Fabbie’?

De Santis: Si, si. Ero io.

A: Comandi, comandi

D: Dico. Non so se si verificherà tutto questo ben di Dio, ma comunque sappi che, insomma, un 33 per cento di azioni ce l’hai.

A: Ma vaffanculo, va (ride)

D: Eh. Perché io ho deciso che faccio 33, 33, 33.

A: Eh, va bene allora

D: E l’1 per cento lo diamo a Mauro [Della Giovampaola, funzionario statale che doveva vigilare]. Gli ho detto a Mauro: Testa sulle spalle e piedi per terra, perché ci aspetta un periodo di fuoco

A: Sui, no, ma dico: ormai è fatta

D: Bisogna stare. Bisogna veramente mettere la testa nel ghiaccio tutti i giorni
A: Si, si tutti i giorni, se no ci scappa

D: Sì, se no il rischio di impazzire è facile. Quindi, piedi per terra e lavorare piano piano. Un bacio e grazie di tutto

A: No, a me non mi devi dire niente. In bocca al lupo.

Poi parlano degli appalti per i mondiali di nuoto del 2009. Il 26 settembre 2009, Anemone, titolare del cantiere sequestrato del Salaria Sport village, viene a sapere da Enrico Bentivoglio che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha approvato un’ordinanza che sana le irregolarità urbanistiche di cui gli appaltatori si sono resi responsabili insieme alla Protezione Civile.

Bentivoglio: A dimostrazione della considerazione che hanno della legalità e di coloro che cercano di farla rispettare, se la pigliano nel culo, capito? (ride) Se la pigliano nel culo.

Anemone: Senti Enri’, ma tu il provvedimento ce l’hai sotto l’occhio? E: Che cosa? No, è già sanata. Sanata. Non ce l’ho io, ce l’ha lui, però me l’hanno raccontata.

L’AQUILA, IL TERREMOTO E BALDUCCI

L’11 aprile, Angelo Balducci, presidente del Consiglio nazionale dei Lavori pubblici, parla con Anemone a cinque giorni dal terremoto in Abruzzo. Balducci, dopo aver aiutato l’imprenditore a entrare nella rosa di aziende che si occuperanno della ricostruzione, cerca favori e parla del futuro di suo figlio Filippo (che sarà poi assunto da Anemone).

Balducci: Dico che quello (Filippo) oggi ha fatto trent’anni. Io per carità, non è che mi voglio nemmeno permettere di confrontarmi con voi. Ma io dico che tu, a trent’anni, eri già a capo di un piccolo impero… Questo non c’ha manco un posto da usciere tanto per essere chiari. Permetterai che uno è un po’ incazzato.

Anemone: Beh, fino a un certo punto. Perché comunque rimane pur sempre, come si dice, il figlio di un Dio minore… Ho recepito, Angelo, il discorso che mi hai fatto… E che cazzo! Mi fai parlare… Hai fatto una serie di osservazioni, constatazioni, alle quali io do una interpretazione….

B.: (riferendosi alla circostanza di essersi fatto promotore dell’inserimento di Anemone nei lavori post-terremoto): Tu ti rendi conto, ti rendi conto, oggi. Chi si sarebbe mosso al posto mio? Chi?

A: Io non credo…

B: Ti rendi conto, con le conseguenze che mi fanno pagare… A chi vado a raccontare che non sono in grado di collocare un figlio? Perché tra l’altro con tutto quello che mi è successo, che io vengo chiamato a orologeria, cioè quando serve, io proprio non lo accetto e credo di dire una cosa sacrosanta. Io che ho la coscienza da padre, dico: “Che cosa ho fatto per mio figlio? Un cazzo”. Mentre per tutti gli altri… Ho fatto l’inimmaginabile. Il problema è che io, purtroppo, siccome le cose le vedo perché sono più anziano e mi faccio convincere…. Allora, quello che mi parla della figlia di quello… quell’altro… Quello sta lì, quell’altro sta là… quell’altro.. e Monorchio il figlio così. Mi permetterai che mi girano i coglioni. Comunque ricordati una cosa che le cose ingiuste non portano mai bene.

ANEMONE AL SERVIZIO DI BALDUCCI

L’imprenditore Anemone si occupa non solo di affari, ma anche delle esigenze propriamente domestiche di casa Balducci. Il 25 agosto 2008, Rosanna Thau, moglie di Balducci, lo chiama.

Rosanna Thau: Senti, ti volevo dire una cosa sui domestici [coppia di custodi romeni della villa di Montepulciano] Ci pensate voi… lo stipendio?

Anemone: Non c’è problema gli facciamo un bel discorsetto.

R.T.: Ti volevo anche dire una cosa. Un minuto fa, siccome nel bagno di [mio figlio l’attore] Lorenzo  sento scolare l’acqua che sono venuti pure a vedere, non vorrei che si esaurisse

A: Mò telefono subito. Ma che scherzi, già ce n’è poca. Mò ci penso io

Il 27 novembre 2008 la signora richiama Anemone per lo sciacquone della villa a Montepulciano.

R. T.: Più che altro invece il discorso è quello della cassetta dell’acqua. Quella che perde acqua. A me è venuta una bolletta spaventosa. Io non so.

A: Ma non l’hanno sistemata. Ma è possibile. L’avevo detto pure a quel testa di cazzo di Aurelio

R: No, no, guarda. L’ho detto ad Aurelio… Se c’è qui vicino qualcuno che cambi il galleggiante perché a me è venuta una bolletta di 1.200 euro

A: Faccio venire Luigi. Sta lì a Monteleone.

ANEMONE E CASA DE SANTIS

Fabio De Santis (collaboratore di Balducci, alto funzionario statale) parla con la moglie Silvia dei mobili, cui ha provveduto Anemone

De Santis: Ma il mobile lo hanno fatto in camera tua?

Silvia: No, no. Domani. Oggi solo la libreria.

F: Ma è bella? Come è?

S: La libreria è bellissima. Certo, bianca. Ma insomma, non è la morte sua, come dicono a Roma. Comunque vedi un po’ tu. Giudica. Soprattutto, mi fa incavolare l’unica cosa – capisco che a caval donato non si guarda in bocca – però dico e che cazzo la sedia me la potevano scurire. A me non sembra che l’abbiano scurita.

L’HOTEL “PELLICANO” E IL PROF MALINCONICO

Balducci e Anemone si organizzano con l’imprenditore Francesco Maria Piscicelli per sistemare all’hotel “Pellicano” di Porto Santo Stefano, il professor Carlo Malinconico, allora segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri e, dal luglio 2008, presidente della Federazione Italiana Editori e Giornali (Fieg).

Il 28 aprile 2008, Anemone telefona a Piscicelli.

Anemone: Andrebbe fatta una riservazione per l’1 il 2, il 3 e il 4. Per quel signor Carlo… Con la M il cognome, no?

Piscicelli: Ci penso io. Ci penso io.

A: E poi ci vediamo e mi dici tutto

P: No, ci penso io

A: Perché l’ha chiesto a lui [Balducci] e quindi lui ci tiene, Angelo.

P: Ci penso io. Allora spetta, ripetimi i giorni

A: Lui arriva l’1 alle 2 e mezza., tre. Diciamo dall’1 notte, il 2, il 3, il 4 e il 5 riparte.

Il 30 aprile, alle 20.29, Malinconico chiama Balducci.

Malinconico: Pronto

Balducci: Professore

M: Ti chiamavo inanzitutto per il piacere di sentirti e per ringraziarti

B: Che scherzi?

M: Perché poi Lillo oggi mi ha detto che… Insomma ti aveva… E tu avevi poi dato…

B: Tutto a posto. Ci mancherebbe

M: Grazie veramente benissimo. Ottimo il tutto.

L’ 8 giugno 2009 Angelo Balducci chiede ad Anemone di assumere Anthony Smit, fratello della compagna di Mauro Masi, direttore generale della Rai. Smit vive ad Anacapri e fa il sommozzatore.

Balducci parla con Masi, tramite il centralino di Palazzo Chigi.

Masi: Senti, quella persona lì. Se puoi fare una telefonata entro oggi. A me servirebbe, insomma.

Balducci: Si, infatti, io ora sono uscito e fra due minuti lo chiamiamo

M: Hai tutti i riferimenti?

B: Sì

M: Va bene. Perfetto. Poi, ho visto, “15 giugno”, addirittura. Hai anticipato? Per il resto, tutto bene. Ho visto, tutto bene.

B: Ti ringrazio molto

M: Ma figurati, io ringrazio te

B: Se tu gli dai così… un gesto

M: Ma stai sicuro al 100 per cento

Poi Balducci chiede a Della Giovampaola di chiamare Smit per riferirgli che si partirà il 15 giugno con il progetto. Masi richiama Balducci e insiste.

Smit dal 1 settembre 2009 viene assunto al Salaria Sport Village di Anemone.

Smit: Scusami se mi permetto, ma da quando avresti bisogno di cominciare a inquadrarmi?

Anemone: Io l’inquadratura l’ho fatta dal 1 luglio, va bene. Quindi significa che la mensilità di luglio la prendi tutta e siccome agosto è ferie ti prendi anche quella di agosto. Se tu vedi, che hai finito tutto quanto, ci vediamo a settembre.

Lo stipendio pre-datato non basta. Il 10 settembre Smit chiede ad Anemone di trovargli una casa.

S: Volevo vedere se si poteva andare un po’ avanti con questo discorso della casa.

A: Sentiamoci tra un’ora, un’ora e mezza.

Saranno 950 euro per un appartamento a Settebagni, pagati da Anemone.