Bertolaso: forse ho avuto troppa fiducia ma non mi si metta alla berlina

Pubblicato il 12 Febbraio 2010 - 19:53 OLTRE 6 MESI FA

Guido Bertolaso

«Sono sereno, ho la coscienza a posto». Guido Bertolaso torna a ribadire la sua estraneità ai fatti contestati nell’inchiesta di Firenze in relazione agli appalti sul G8, dicendosi però «avvilito, anche per il mio paese perché l’indagato Bertolaso non può avere accesso ai documenti e alle intercettazioni» ma i giornali sì.

«Forse ho avuto eccessiva fiducia nei confronti di alcune persone – si giustifica – ma io purtroppo sono portato a fidarmi degli altri. Credo che la stima reciproca la fiducia e il rispetto anche dei valori e delle responsabilità debba riguardare tutti i cittadini e i funzionari dello Stato. Se qualcosa ho mancato, me ne faccio una colpa e un rammarico, ma non per questo devo esser messo alla berlina».

«Leggere sui giornali la parte delle intercettazioni che dipingono il Bertolaso, o qualcun altro come un personaggio senza scrupoli – dice – senza andare a leggere quelle intercettazioni sulle quali invece emerge il Bertolaso che sembra rappresentare per tutti gli interessati una preoccupazione perché era rigoroso sui controlli, mi sembra che ci sia la voglia di una informazione parziale». La voglia, aggiunge «di trovare sempre qualcuno come responsabile, a maggior ragione se poi è visibile, popolare e può dare fastidio».

«Alla Maddalena è chiaro che abbiamo dovuto correre – documenta – quindi non sono stato forse in grado di poter controllare tutto al meglio giorno per giorno. Poi è arrivato il terremoto dell’Aquila e sono stato ancora più coinvolto per seguire l’emergenza. Qualche cosa può essere sfuggita, qualche cosa può essere stata fatta male, ma credo che il risultato è di fronte agli occhi di tutti, dal punto di vista delle realizzazioni e di una ristrutturazione ambientale unica in Italia, con alberghi, centri conferenza, porto che rappresentano una miniera d’oro per la Sardegna».

«Da un lato – prosegue – è discutibile e giustamente da criticare, occorre approfondire la vicenda degli appalti e della gestione della ricostruzione, ma dall’altro bisogna tener presente che si è fatto un lavoro straordinario. Come si dice in gergo, non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca»”.

«Io – aggiunge ancora – ero pronto a chiarire fin dal primo istante questo grandissimo equivoco, ho tutti gli elementi per dimostrare la mia correttezza; purtroppo temo che i tempi si allungheranno molto e questo mi impedirà di chiarire e di tornare con la serenità che mi serve al lavoro che stavo facendo. Le intercettazioni – lamenta Bertolaso – dovrebbero essere segrete, io non ho avuto accesso a questo genere di documentazione, poi leggo sul giornale di tutto di più, intercettazioni che mi vorrebbero coinvolto in festini, in orge, in tutta una serie di comportamenti che dovrebbero favorire alcune imprese rispetto ad altre». Francamente, aggiunge, «dopo anni di duro lavoro per cercare di dare l’esempio e mantenere un comportamento rigoroso da servitore dello Stato, francamente mi sembra umiliante».