ROMA – “Non mi ritiro”. Guido Bertolaso, l’uomo scelto da Silvio Berlusconi per la corsa al Campidoglio, non molla. Dopo la candidatura/schiaffo di Giorgia Meloni che ha decretato la definitiva spaccatura del centrodestra in quattro, Bertolaso tira dritto e lo fa pescando dal vocabolario di Matteo Salvini: “Vado avanti come una ruspa“. Ruspa che il leader della Lega Nord da sempre vorrebbe usare per asfaltare quella “categoria vessata” che sono i rom. L’espressione fu di Bertolaso all’indomani della fragile intesa sul suo nome come candidato unitario del centrodestra e segnò l’inizio della fine.
Ai microfoni di Radio2, ospite della trasmissione Un giorno da pecora, il candidato di Berlusconi ha affermato: “Io tradito dalla candidatura della Meloni? I politici hanno un’idea e il giorno dopo la cambiano. Io non sono un politico ma un tecnico, sono stati loro tre a chiedermi di candidarmi e io l’ho fatto”. Cosa risponderebbe quindi alla Meloni? “Che vado avanti come mi avevano chiesto due mesi fa e vado avanti come una ruspa”. Vi sentirete con la neo candidata a sindaco di Roma? “Si, le scriverò stasera”. Cosa le scriverà? “Le scriverò: cara Giorgia, io continuo a volerti bene nonostante tutto. E poi le manderò sette rose rosse“, ha concluso.
Eppure a chiamare la Meloni in campo era stato proprio lui, con l’ennesima gaffe: “Meloni pensi a fare la mamma”, aveva detto scivolando su un tema di quelli delicati, coniugare maternità e carriera in un Paese che già di suo non brilla per pari opportunità. Un autogol di quelli senza attaccante. Che nell’arco di 48 ore si è tramutato in boomerang. Bertolaso, sportivamente, incassa il colpo e passa oltre… con la ruspa.