Biotestamento: viaggio nei “distinguo” del mondo cattolico

Pubblicato il 8 Marzo 2011 - 00:22| Aggiornato il 9 Marzo 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La maggioranza è orientata a modificare la proposta di legge sul testamento biologico, anche se porrà mano agli emendamenti solo la settimana dopo i festeggiamenti per i 150 dell’Unità d’Italia: in ogni caso il centrodestra intende respingere la richiesta di sospensiva del Pd, in modo da approvare comunque una normativa.

In questa partita si è mosso tutto il ”fronte cattolico”, cioè i circa 200 parlamentari credenti dei tre Poli, che però si schierano ‘in ordine sparso’ precludendosi la ”regia” della legge. A fotografare la situazione – se non di scontro, comunque di forte contrapposizione tra i parlamentari cattolici – meglio delle molte dichiarazioni arriva uno scambio di sms tra Maurizio Sacconi e Beppe Fioroni.

Martedì 8 marzo l’ex ministro della Scuola ha rilanciato quanto detto il giorno precedente in aula, e cioè che la legge apre all’eutanasia passiva, perché prevede che la Dichiarazione anticipata di trattamento, la Dat, valga non solo per le persone in stato vegetativo, ma anche per quanti ”si trovino nell’incapacità permanente di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario”: in pratica la maggior parte degli anziani con lieve forma di Alzheimer.

Di qui la richiesta di rinviare il testo in commissione, come chiede tutto il Pd. Sacconi ha mandato un sms a Fioroni: ”peccato che la Chiesa non la pensi come te, folgorato sulla via del relativismo etico”. E poi l’annuncio di voler andare avanti con la legge seppur modificata nelle parti contraddittorie.

Fioroni ha replicato: ”Tornate al testo del Senato”, cioé a un testo che riguardi solo gli stati vegetativi e che dica che l’idratazione e la nutrizione artificiale vanno assicurati a tutti. Questa posizione è stata annunciata anche ai colleghi cattolici del Pd, che sono oltre 70, ma che non sono tutti d’accordo sul testo del Senato.

C’e’ infatti un’ala, guidata da Pierluigi Castagnetti e Lino Duilio, che giudica inopportuna una legge sul fine vita; c’è poi un’ampio gruppo favorevole sì ad una norma, purché sia ”soft”, non così invasiva e contraddittoria come quella attuale.

”Il Comitato nazionale di bioetica – ricorda Margherita Miotto, capogruppo Pd in commissione e anche lei cattolica – ha detto che nella Dat si può inserire il rifiuto dell’idratazione e l’alimentazione; non capisco perché la legge debba disattendere quell’indicazione”.

Anche nell’Udc, considerato il partito più cattolico, non c’è unanimità. Se Pier Luigi Mantini sottolinea le ”criticità” del testo, Paola Binetti lo sposa in pieno, mentre Rocco Buttiglione, sta lavorando alla sintesi. Anche nell’Api dubbi arrivano da Marco Calgaro.

Nel Pdl poi le componenti cattoliche sono diversificate: si va dagli ex Dc (La Loggia, Scajola, ecc), ai ‘ciellini’ (Maurizio Lupi, Renato Farina, Adriano Paroli, Stefano Saglia), ai teocon (Alfredo Mantovano, Isabella Bertolini, Barbara Saltamartini), ai cattolici liberali guidati da Sandro Bondi; non ultimo il relatore Domenico Di Virgilio, ex presidente dei Medici cattolici.

Ma se gli ex Dc e lo stesso Di Virgilio sono disposti ad alcune modifiche, e Bondi chiede una riscrittura del testo, a dare la linea è l’ex socialista Maurizio Sacconi; e l’intervento in aula piu’ duro lo ha fatto un altro ex socialista, Lucio Barani. Anche Bertolini è per ”limare il testo” ma, riferisce che il gruppo parlamentare del Pdl non lascerà ai propri deputati laici la libertà di coscienza quando si voterà la richiesta di sospensiva del Pd: ”Questo non è un problema etico, ma è un voto politico”. Sospira Miotto: ”Purtroppo stiamo ancora pagando Ruby”..