Biotestamento, lettera di Bondi: “Legge con due punti deboli, serve dialogo”

Pubblicato il 2 Marzo 2011 - 18:33 OLTRE 6 MESI FA

Sandro Bondi

ROMA – La legge sul testamento biologico ha dei ”punti deboli”. Lo scrive il ministro Sandro Bondi, in una lettera recapitata in casella ai deputati, che la prossima settimana dovranno esaminare il provvedimento.

La lettera, intestata su carta del Senato e non del Ministero, secondo l’Ansa, indica due di questi ”punti deboli”, cioè gli articoli 3 (sulla Dichiarazione anticipata di trattamento) e 7 (il rispetto delle decisioni del paziente espresse nella Dat). Bondi invita anche al dialogo tra laici e cattolici come metodo per giungere a ”soluzioni condivise e anche più mature e umanamente più ricche”.

Bondi sottolinea la difficoltà di affrontare il tema ”proprio nel momento in cui siamo immersi in un contesto politico di massima conflittualità, che impedisce ogni confronto di merito e che tutto livella e ottunde”. In ogni caso ”una riflessione coraggiosa” è necessaria ”anche da parte dei cattolici e dei laici che si riconoscono nel cosiddetto schieramento di centrodestra”.

Bondi ricorda l’impegno del centrodestra a ”favore della difesa della vita, ben sapendo tuttavia che coloro che non la pensano come noi non possono essere rinchiusi in una posizione specularmente opposta”. ”Questa posizione – osserva il ministro – non è esclusiva dei cattolici e dei credenti in quanto tali, ma è condivisa anche dai cosiddetti laici”.

”Nella mia esperienza politica – ricorda Bondi – ho sempre cercato di rendere possibili momenti di riflessione comune fra laici e credenti, nella convinzione che solo superando vecchi steccati si potesse giungere a soluzioni condivise ma anche più mature e umanamente ricche”. ”E’ il caso – si legge nella lettera – del testamento biologico, una sfida che interpella tutti e che richiede di accantonare soluzioni preconcette a favore di un rigoroso esame di merito e di un paziente ascolto delle ragioni altrui”.

Bondi sottolinea ”che il punto debole dell’attuale legge in discussione alla Camera è rappresentato dalle questioni dell’idratazione e della nutrizione artificiale di persone in stato vegetativo, considerate come trattamenti medici obbligatori e vincolanti”, cioè l’articolo 3. ”La mia opinione in merito – ricorda Bondi – è che quando si verificano certe condizioni, la decisione debba essere presa, con cristiana umanità e con sana ragionevolezza, rispettando la volontà espressa precedentemente da ciascuno di noi, insieme ai medici e ai familiari, come si usava non molto tempo fa, quando si interrompevano le cure ospedaliere e si permetteva che i malati potessero trascorrere gli ultimi momenti della propria vita a casa propria, circondati dall’affetto dei parenti”; vale a dire una soluzione diversa da quella prevista dall’articolo 7 del testo.

”Sono convinto che questo approdo non confligga affatto con i principi ai quali siamo stati educati dalla Chiesa cattolica, e potrebbe essere accettato anche da coloro che, pur non essendo credenti, non sottovalutano la necessità di difendere le ragioni della vita fino all’ultimo momento possibile e accettabile secondo la nostra ragione e il nostro sentimento religioso”.