Bisi contro Bindi, il Grand’Oriente si rivolge alla Corte europea dei diritti dell’uomo

Pubblicato il 21 Aprile 2017 - 06:46 OLTRE 6 MESI FA
Bisi contro Bindi, il Grand'Oriente si rivolge alla Corte europea dei diritti dell'uomo

Bisi contro Bindi, il Grand’Oriente si rivolge alla Corte europea dei diritti dell’uomo

Il Grande Oriente d’ Italia prosegue la sua offensiva contro Rosi Bindi. Un legale ha depositato nella cancelleria della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ricorso contro le iniziative prese dalla Commissione parlamentare antimafia contro la Massoneria, culminate nel sequestro degli elenchi degli iscritti alle logge in Sicilia e Calabria.

Il gran maestro del Grande Oriente, Stefano Bisi, si è anche rivolto alla magistratura italiana, impugnando le decisioni della Antimafia.

Il ricorso, informa un comunicato, è motivato in base all’ art. 34 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo ed è accompagnato da “una istanza di provvedimenti cautelari ex art. 39 del regolamento di Procedura della Corte EDU, avverso le iniziative poste in essere dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle associazioni criminali, anche straniere, e dai suoi componenti,  culminate nel provvedimento di perquisizione e sequestro del 1.3.2017, e nelle successive attività fortemente discriminatorie comunque poste in essere anche in violazione della legge istitutiva nr. 87/2013.

“Oltre alle iniziative già prese dinanzi alla competente Magistratura, il ricorso trova la sua ragione nella inesistenza di rimedi giurisdizionali propri nazionali nei confronti del provvedimento emesso dalla Commissione, inesistenza più volte riaffermata anche successivamente alla nota sentenza delle Sezioni Unite della Suprema Corte del 12 marzo 1983 n. 4.

“Il Grande Oriente d’Italia intende con tali azioni riaffermare lo spirito ed il senso dei principi costituzionali calpestati dalle iniziative poste in essere oggi soltanto in danno della libera muratoria ma comunque  potenzialmente dannose per la libertà di associazione e per la tutela della riservatezza delle persone”.