Bocchino: “La richiesta di dimissioni di Fini dalla Camera? Anticostituzionale”

Pubblicato il 7 Settembre 2010 - 08:47 OLTRE 6 MESI FA

Italo Bocchino

Chiedere le dimissioni di Fini dalla Camera? Non se ne parla nemmeno, avverte il capogruppo di Futuro e Libertà alla camera, Italo Bocchino: “La decisione del presidente del consiglio Silvio Berlusconi e del ministro per le riforme Umberto Bossi di chiedere formalmente le dimissioni del presidente della Camera Gianfranco Fini è politicamente inaccettabile e grave sotto il profilo istituzionale, violando il principio costituzionale della separazione tra poteri”.

“A Berlusconi e Bossi -continua Bocchino – va inoltre ricordato che furono proprio loro a inaugurare nel 1994 la stagione dei presidenti delle Camere di parte, che fino ad allora erano sempre stati concordati con l’opposizione o addirittura assegnati alla minoranza nell’ottica di favorire la nascita di un contrappeso parlamentare. Tale prassi fu modificata quando Berlusconi e Bossi indicarono Carlo Scognamiglio e Irene Pivetti ai vertici di Palazzo Madama e Palazzo Montecitorio”.

“Successivamente sempre Berlusconi e Bossi – ribadisce Bocchino – hanno inaugurato nel 2001 la stagione dei presidenti di Parlamento leader di partito, eleggendo Pierferdinando Casini allo scranno più alto di Montecitorio. Tale innovazione si è poi consolidata con l’elezione di Fausto Bertinotti prima e di Gianfranco Fini poi”.

“Tutto ciò dimostra pertanto che la richiesta di Berlusconi e Bossi è strumentale, irrituale e irricevibile ed è gravissima sotto il profilo istituzionale, considerato che la terzietà riguarda il ruolo e non la personalità politica, riguarda la conduzione del ramo parlamentare presieduto e non la libera espressione dei propri convincimenti politici”, conclude Bocchino.

Rincara la dose anche il finiano Briguglio: “Andare dal presidente della Repubblica per chiedere il ”licenziamento” del presidente della Camera è ”una richiesta che può essere liberamente avanzata sul piano politico, ma è grave perché non ha nessun fondamento né nella Costituzione, né nei regolamenti parlamentari, né ancor meno nel buonsenso”. Lo dice in una intervista a Repubblica il finiano Carmelo Briguglio, commentando l’esito dell’ incontro ad Arcore tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. Fini, sottolinea Briguglio, ”non ha mai violato né la Costituzione né il regolamento e non c’è un solo atto del presidente della Camera che possa essergli addebitato per una conduzione non imparziale dei lavori parlamentari”.