Comunali Bologna, Pd in crisi dopo il ritiro di Cevenini dalle primarie. AAA cercasi sostituto

Pubblicato il 26 Ottobre 2010 - 09:00 OLTRE 6 MESI FA
cevenini

Maurizio Cevenini alla celebrazione di un matrimonio

Il ritiro di Maurizio Cevenini dalle primarie per la corsa alla poltrona di sindaco ha acuito la crisi del Pd bolognese. Il “Cev” ha annunciato la propria decisione dopo aver subito un attacco ischemico che l’ha costretto al ricovero presso la clinica “Villalba”. Era stato lui il candidato “sponsorizzato” dal partito per la “lotta” delle primarie.

Come spiega un articolo pubblicato sull’edizione di Bologna di Repubblica, Cevenini era molto giù di morale durante la sua conferenza stampa: “Indossa scarpe da ginnastica e tuta bianca-blu del centenario del Bologna Calcio, ma già l’incedere è una dichiarazione di resa”. L’ex candidato sembrava un uomo molto provato dai malanni, “smarrito, smagrito”, poi di botto ha annunciato la propria decisione: “La mia corsa finisce qui, ho scelto di ritirarmi perché lo choc che ho avuto dopo questo malore è stato forte, è un campanello d’allarme che mi ha reso vulnerabile: è un immenso dolore rinunciare al sogno di una vita”.

E adesso per il Pd è “pieno allarme rosso”, spiega Repubblica, “con poche idee e tutte abbastanza confuse. Senza un candidato (gli altri due contendenti alle primarie, Amelia Frascaroli, ex Caritas, e Benedetto Zacchiroli, ex cofferatiano, non hanno la tessera). Costretto a far slittare a chissà quando le primarie del 5 dicembre (e c’è addirittura chi non esclude una loro cancellazione). Ma soprattutto in pericolosa astinenza di volti che possano colmare il vuoto di appeal lasciato da «Mister preferenze»”.

Le alternative a questo punto potrebbero essere il preside di Agraria, Andrea Segrè, l’europarlamentare Salvatore Caronna, e si è vociferato anche il nome di Piero Fassino. “La realtà”, sottoline ancora Repubblica “è che il Pd bolognese giocava tutto su Cevenini. E, secondo alcuni, ha continuato a farlo anche quando era chiaro che, dopo il malore, il candidato era sempre più orientato verso il ritiro”.