Bonaiuti senza imbarazzi sulla scrivania del Duce: Moavero l’ha rimossa

Pubblicato il 1 Dicembre 2011 - 11:54 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Paolo Bonaiuti, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, non aveva alcun imbarazzo ad utilizzare nel suo ufficio la stessa scrivania appartenuta a Benito Mussolini. Il suo successore, Enzo Moavero, invece, l’ha fatta rimuovere. Sul Corriere della Sera del 1 dicembre, una piccola nota, riportando dichiarazioni carpite a Palazzo Chigi, riferisce che l’avrebbe fatto per motivi ideologici. “Sono antifascista”, avrebbe detto Moavero. Un’agenzia stampa, citando sempre non meglio specificati ambienti di Palazzo Chigi, smentisce il presunto antifascismo del sottosegretario: l’ha fatto per motivi di spazio, è la nuova speigazione, senza che nel frattempo Moavero abbia aggiunto alcunché.

Il trasloco della scrivania di Mussolini segue, di qualche giorno, il giallo di quella di Togliatti al Ministero della Giustizia. L’ex Guardasigilli, il comunista Oliviero Diliberto, l’aveva fatta trasferire dal suo ufficio occultandola. Ora si trova nell’ufficio di un ignaro funzionario. Motivo? Renderla irreperibile alle grinfie di eventuali ministri ferocemente anticomunisti. Sia come sia, stupisce questa attenzione ideologico-feticista sulle scrivanie. Il secolo breve allunga la sua ombra sul nuovo millennio? Forse occorrerebbe scomodare la psicologia spicciola, più che la grande storia. Lavorare sulla scrivania di un personaggio che ha cambiato i destini di un popolo può aumentare a dismisura il proprio ego o, per converso, schiacciare una personalità sotto il peso di un confronto impossibile.