Una sfiducia tira l’altra: il 29 novembre si vota su Bondi per il crollo di Pompei

Pubblicato il 17 Novembre 2010 - 15:35 OLTRE 6 MESI FA

Sandro Bondi

Una mozione di sfiducia tira l’altra: dopo l’annuncio che il 14 dicembre si voterà la fiducia al governo, è stato annunciato anche il voto sul ministro Sandro Bondi:  l’Aula della Camera esaminerà il prossimo 29 novembre la mozione di sfiducia dell’opposizione nei confronti del ministro dei Beni culturali. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Bondi ha giudicato “abnorme” l’iniziativa.

L’esame della mozione è stato richiesto, in propria quota di calendario dei lavori, dall’opposizione. ”Questo – ha spiegato il capogruppo del Pd Dario Franceschini – nulla ha a che vedere con l’impegno a discutere le mozioni di sfiducia sul governo prima del via libera alla legge di Stabilità”.

Un ulteriore “capo d’accusa” nei confronti di Bondi è arrivato dal programma Google Street View: il servizio di Google ha immortalato immagini che ritraggono un operaio poggiato ad una grata di legno, con cartello di inizio lavori. Il ministro aveva affermato che gli ultimi lavori nel sito risalissero agli anni ’50. “I restauri hanno riguardato proprio il solaio in cemento armato, indicato dallo stesso ministro come responsabile principale del crollo della Schola di Pompei”, ha spiegato il senatore Andrea Marcucci del Pd, segretario della commissione cultura a Palazzo Madama.

Il centrodestra si è stretto attorno al ministro per difenderlo. Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera ha detto: ”Riteniamo contraddittorio con l’accordo raggiunto che cerca di bilanciare l’esigenza di approvare la legge di Stabilità con il confronto successivo la richiesta di votare la mozione di sfiducia sul ministro Bondi prima del via libera sulla Manovra”.

Il portavoce del Pdl Daniele Capezzone ha invece parlato di “squadrismo politico”: ”La mozione contro Sandro Bondi sara’ ricordata a lungo come l’esempio di una doppia vergogna: per l’attitudine vigliacca di chi specula sugli eventi negativi (dimenticando episodi analoghi avvenuti sotto altre responsabilità politiche), e per l’irresponsabilià di chi ha deciso di calendarizzarla con tanta urgenza, nonostante un imminente voto di fiducia sull’intero Governo e l’accordo raggiunto ieri al Quirinale almeno sulla tempistica della crisi”.