Borsa e stampa estera illuse dagli instant poll. Poi giù e spread vola

Pubblicato il 25 Febbraio 2013 - 19:35| Aggiornato il 4 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Hanno brindato troppo presto, prima ancora che i numeri avessero un anche solo timido allaccio con la realtà. Borse e giornali di mezzo mondo hanno brindato guardando gli instant poll, quelle rilevazioni col senno di poi completamente sbagliate, che davano la coalizione di Pier Luigi Bersani ben oltre il 35%, prima indiscussa e forse persino capace di costruire qualcosa che sembrasse una maggioranza al Senato, magari con il rinforzo di un plotoncino di montiani.

Così, il tempo di vedere quegli instant poll e la Borsa è schizzata al 4%, con lo spread in picchiata. Persino il titolo Mediaset “festeggiava” in contraddizione col risultato del suo proprietario, guadagnando improvvisamente il 10%.

Poi gli instant poll, più che istantanei, si sono diventati effimeri. Alle 16 è arrivata la prima proiezione. Quella che ha gelato i mercati: al Senato Berlusconi in testa di un paio di punti e Grillo che porta a casa un 25%, ovvero il voto di un italiano su 4. Tradotto: il 55% abbondante degli italiani ha deciso che lo spread alle stelle, la crisi e il fiscal compaq non fossero affari loro. Che l’Italia doveva togliere e restituire l’Imu ed eventualmente fare un referendum per decidere se rimanere o meno nell’Euro.

Immediata la reazione sui mercati: la Borsa ha dimezzato i guadagni in due minuti, li ha azzerati in 10 e poi è scesa in territorio negativo. Analoga la curva dello spread che ha iniziato una rapidissima risalita prima di chiudere a un soffio dai 300 punti, a quota 293.  La Borsa, complici anche le proiezioni successive che hanno parzialmente ridimensionato la possibile vittoria di Berlusconi è ritornata in territorio positivo, chiudendo a +0.73.

Stessa identica curva sui giornali stranieri con pochissime differenze tra stampa conservatrice e progressista. Ovunque o quasi ad essere percepiti come pericoli sono Berlusconi e Grillo. Così dopo i titoli dei primi minuti si è passati ad un mix di preoccupazione e sarcasmo. Con il New York Times che a lungo ignora il risultato elettorale e la Cnn che parla di un Paese caduto in coma e celebra il “principe clown” Beppe Grillo.