Bossi: “Bisogna fare le primarie”. Maroni: “Ne riparliamo”

Pubblicato il 2 Maggio 2012 - 23:29| Aggiornato il 3 Maggio 2012 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Maroni e Umberto Bossi (Lapresse)

CASSANO MAGNAGO (VARESE), 2 MAG – La partita per la guida della Lega Nord si riapre. Umberto Bossi si ricandida alla segreteria del Carroccio e lancia le primarie, spiazzando Roberto Maroni che si è detto “sorpreso”. E il partito torna così a dividersi.  Al congresso federale ‘”vediamo chi ci sarà, sarà la militanza a dire chi deve presentarsi: bisogna fare le primarie”, ha detto il presidente della Lega, Umberto Bossi, a margine di un comizio elettorale. “Qualcosa può partire da lì, poi vediamo”, ha aggiunto sull’iniziativa del quotidiano La Padania.

“L’ho già detto, mi devo candidare per forza altrimenti la gente comincia a pensare che fanno qualcosa per tagliarmi fuori”. Cosi’ Umberto Bossi e’ tornato a parlare, a margine di un comizio elettorale, della sua intenzione di concorrere per la segreteria federale della Lega. Ai giornalisti che gli facevano notare le parole critiche rivoltegli in proposito dal sindaco di Verona Flavio Tosi, Bossi ha replicato: ”Io faccio comodo perché tengo tranquillo il movimento, starei tranquillamente da parte ma farò quello che interessa alla Lega”.

Il senatur ha quindi minimizzato la rivalità con Maroni ricordando peraltro che l’ex ministro gli aveva assicurato il suo sostegno qualora si fosse ricandidato. Maroni, intanto prende tempo e valuta la nuova situazione. Ha comunque commentato ”molto positivamente” l’idea di Bossi delle primarie. Umberto Bossi ha detto di non avere parlato con Roberto Maroni della sua intenzione di correre nuovamente per la segreteria federale della Lega, ma interpellato dai giornalisti al termine del comizio ha osservato: ”a dire la verità Maroni mi ha detto ‘se ti candidi sarò il tuo più grande sostenitore”’. Comunque ”lo vedo sempre”, ha minimizzato Bossi sui rapporti tra loro due.

E Maroni schiva i giornalisti. ”Mia candidatura? Ora mi occupo di campagna elettorale, fino a lunedì, ne parliamo dopo”. Cosi’ Roberto Maroni risponde alle domande dei giornalisti che gli chiedono se ha intenzione di candidarsi alla segreteria della Lega. Nessun commento anche sull’autocandidatura di Umberto Bossi: “Ripeto, adesso mi occupo di campagna elettorale”. Poi però giudica ”molto positivamente” l’idea di organizzare le primarie della Lega, lanciata questa sera da Umberto Bossi. A margine di un comizio elettorale a Cuneo l’ex ministro, rispondendo alle domande dei giornalisti, commenta: “Reputo questa iniziativa positiva perché in un partito democratico come la Lega la parola viene data ai militanti e questa cosa che Bossi ha deciso e’ una novita’ molto importante e interessante”.

I cerchisti dunque si risollevano dopo le batoste delle ultime settimane e celebrano il ritorno in campo del loro ”condottiero”. Il capo, al termine del Lega Unita Day di Zanica, aveva annunciato di essere pronto a guidare ancora il partito “per la gente” e ”per l’unità del partito”. Maroni ha incassato in silenzio; poi all’una di notte aveva commentato su facebook: “Peccato che la dichiarazione (a sorpresa) di Bossi abbia consentito ai giornalisti – scrive l’ex ministro – di mettere in secondo piano la protesta fiscale”. Insomma, colpa dei giornalisti. Ma – prosegue – “la battaglia continua, in tutti i sensi …”.

Nessuno tra i maroniani si azzarda anche solo a pronunciare una parola contro il Senatur. Se non altro per un debito di riconoscenza nei suoi confronti, perché “la Lega c’è ed ha vissuto di Bossi e grazie a Bossi – spiega Matteo Salvini – ma di Bossi e su Bossi non possono vivere deputati o funzionari”. Insomma, per i maroniani è ora di cambiare guida, magari passando il testimone a Maroni. E’ questo il pensiero, per lungo tempo taciuto in una parte del movimento per paura di peccare di lesa maestà nei confronti di Bossi. Ora il ribelle Flavio Tosi lo esplicita: ”La sua ricandidatura non me l’aspettavo – dice il sindaco di Verona – E francamente la ritengo inopportuna” e ”improbabile”. ”Ognuno e’ libero di candidarsi – spiega Tosi – Saranno i militanti a decidere se il segretario sara’ ancora lui o qualcun altro. Naturalmente il sottoscritto si augura che sia Roberto Maroni”.

I maroniani sottolineano che nulla è già deciso, che ”il congresso è sovrano” e che ”la gente deciderà”. Anche Roberto Calderoli ridimensiona le parole di Bossi: ”Ha detto si ricandida se lo richiede l’unirà del movimento e anche che è pronto a lasciare spazio al nuovo e ai nuovi, e che lui non si ricandida”.

Bobo incassa anche la ‘quasi-benedizione’ del governatore veneto Luca Zaia che rinvia il problema al congresso federale. Chissà però se proprio l’ex ministro dell’Agricoltura non possa trasformarsi in una alternativa, capace di compattare maroniani e cerchisti e salvare il partito dalle lotte interne.

Intanto, i cerchisti affilano le armi. Dopo le parole di Bossi parte un fuoco di dichiarazioni di sostegno al leader leghista. Alessandro Montagnoli definisce la ”ricandidatura di Bossi la soluzione migliore”. Per Paola Goisis il senatur e’ ”l’unico segretario federale” possibile. Alessandro Valli aspetta solo che ”il congresso suggelli questa decisione”. Sulla stessa linea Giacomo Chiappori e Angelo Alessandri. E’ il segno che i cerchisti non sono morti, ma pronti a dar battaglia ai maroniani al congresso. Sì, perché al di là delle parole di circostanza e gli inviti dell’una e dell’altra parte all’unità, la guerra tra le due fazioni è accesissima. Lo scossone dell’inchiesta giudiziaria ha evidenziato le divisioni tra i ‘lumbard’.

In disparte restano i ‘bossiani’. Si tratta di quei parlamentari vicini a Bossi per legami personali e antichi. Tra questi c’è Roberto Castelli, soltanto sfiorato dall’inchiesta da cui e’ uscito bene. Il senatore considera preferibile ”presentarsi con una candidatura unica al congresso per garantire l’unita’ del partito”, anche perche’ ”le correnti sono una cosa che non appartiene” al Carroccio. Castelli va anche oltre: la decisione di Bossi potrebbe essere stata ”concordata con il triumvirato”.