Un “botto” elettorale a tre stadi: Berlusconi non è più onnipotente

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 16 Maggio 2011 - 18:42 OLTRE 6 MESI FA

ROMA-Sono le sei del pomeriggio e tutto va…in maniera che non ci si crede. O almeno si fa fatica a crederlo. Solo Torino sembra aver votato più o meno come ci si aspettava: Piero Fassino, candidato del Pd e della sinistra, sarà sindaco. Sindaco al primo turno. Intenzioni di voto raccolte fuori dai seggi, proiezioni di voto calibrate sullo spoglio di seggi “campione” e prime schede scrutinate davvero lo collocano tra il 53 e il 54 per cento. Partita praticamente già chiusa, chiusa secondo pronostico. Il resto d’Italia, tranne Torino, sembra aver votato sommando, accumulando sorpresa su sorpresa.

La più clamorosa, il vero e proprio “botto” elettorale è quello che le proiezioni annunciano a Milano. Letizia Moratti, candidato sindaco del Pdl, della Lega e di Berlusconi in prima persona presente nella lista, è sotto, m olto sotto ilo cinquanta per cento. Addirittura al 43 per cento scarso. Sotto Giuliano Pisapia candidato della sinistra, sotto di circa quattro punti percentuali. E’ un “botto” che è come un carciofo, un fuoco d’artificio. Ad ogni foglia il “carciofo” rivela e promette l’inaspettato e l’incredibile. Ad ogni lampo ed esplosione il fuoco d’artificio illumina una realtà impensata e impensabile. A Milano, cuore del Pdl e della Lega, Pdl e Lega sono lontani, molto lontani dal cinquanta per cento. Vuol dire che Berlusconi ha perso il “tocco magico”, non è più elettoralmente onnipotente. Vuol dire che se si vota per il Parlamento nazionale, se si vota per le politiche, Berlusconi non ha più quel che aveva fino ad ieri: la certezza di vincere ancora.

A Milano si va al ballottaggio, al secondo turno di voto tra due settimane in cui si sceglie come sindaco la Moratti o Pisapia. Quel che Bossi aveva giudicato nefasto, quel che Berlusconi aveva detto impossibile. Non bastasse, la Moratti sembra avviarsi verso il secondo turno priva della certezza di vincerlo: ha perso il primo tempo della partita e non è favorita per il risultato finale. Milano potrebbe avere come sindaco quel che Berlusconi, la Santanché, Il Giornale e Libero avevano bollato e indicato agli elettori come un comunista amico in gioventù dei terroristi. Qualcuno aveva avuto lo stomaco di scrivere a proposito dei figli delle vittime del terrorismo: “Fanno il tifo per i carnefici dei loro padri”. Un rigurgito che sembra l’elettorato stia loro ricacciando in gola. Berlusconi aveva detto ai milanesi: “è un voto per il governo”. Non l’hanno ascoltato o, se l’hanno ascoltato, non per il governo hanno votato. Ora la Lega di Bossi guarderà ai risultati degli altri Comuni della Lombardia, soprattutto quelli dove si presentava da sola. Se diranno che la Lega si avvia ad essere il partito di maggioranz a relativa in Padania, allora Bossi non mollerà Berlusconi. Non oggi, ma comincerà a navigargli a fianco, a distanza però tale da non cadere domani insieme a lui se caduta dovesse venire.

“Botto” elettorale anche quello di Napoli: il candidato del centro destra, quel Gianni Letttieri che doveva stravincere aiutato dal fallimento del sistema Bassolino-Jervolino e dopato dalla promessa di Berlusconi di assolvere tutte le case abusive, è fermo al 43 per cento. Sarà ballottaggio e ballottaggio incerto perchè la somma dei voti di De Magistris e Morcone fa più o meno 43 per cento. Elettorati di De Magistris e Morcone che si sommeranno al secondo turno anche se non integralmente e potranno godere di una robusta quota di quel nove per cento che raccoglie Pasquino, candidato del Terzo Polo che a Napoli l’uomo di Cosentino, cioè Lettieri, non lo vota. Incredibilmente Napoli potrebbe avere al secondo turno un sindaco che non è quello del centro destra. E, ancora più inaspettato, a contendere la vittoria a Lettieri sembra avviato De Magistris, il candidato della Idv.

“Botto” elettorale a suo modo anche quello di Bologna: Merola, il candidato del Pd, sembra non farcela al primo turno. E, se non ce la fa, è perché Massimo Bugani, il candidato di Beppe Grillo, raccoglie circa il dieci per cento. Se a Milano l’onnipotenza elettorale di Berlusconi si sfarina, a Bologna e Napoli si tocca con mano come il Pd non “governi” gli umori e i comportamenti elettorali di opposizione. Grillo e De Magistris non sono cumulabili e assimilabili al Pd in nessuno schieramento che si proponga al paese come alternativa di governo.

Tranne che nella “sabauda”, ordinata Torino, nelle altre tre grandi città l’elettorato sembra essersi mosso a sorpresa, sorprendendo proprio tutti. Sorpreso anche il Terzo Polo di Casini, Fini e Rutelli. Ora hanno un ruolo e un peso nei ballottaggi, ma non possono far calare quel “peso” in maniera netta da una parte o dall’altra, non potranno ovunque dare la stessa indicazione di voto.

Berlusconi non vince sempre e comunque, anzi incassa uno schiaffo elettorale in casa, a Milano, dove non è detto riesca a mettere riparo al secondo turno. Grillo e il suo movimento non sono appendice o altra forma della sinistra, sono altra, diversa e concorrente cosa. Il Pd perde il timone dell’opposizione a Napoli. Forse, ma solo forse, il Pd conduce in porto il suo candidato a Bologna nonostante Grillo. Un uomo della “vecchia politica”, Piero Fassino è l’unico sindaco sicuro, raccoglie l’ottimo lascito di Sergio Chiamparino. Sono le 18, 30 e tutto o quasi continua ad andare…che non ci si crede. Arriveranno altre proiezioni, poi i voti di lista e i risultati definitivi. Qualcosa verrà limato, qualcosa può ancora cambiare. Ma mezza Italia ha votato, sembra aver votato una catena di sorprese e il primo anello, l’unico già “ufficiale” è che Berlusconi non ha più il “tocco magico”. Finisce qualcosa e non ne inizia un’altra: è questa la somma finale dei vari “botti” elettorali.