Caso Brancher, Calderoli: “Bossi sapeva della nomina. Bene il ritiro del legittimo impedimento”

Pubblicato il 28 Giugno 2010 - 10:44 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Calderoli

”La sera prima del giuramento festeggiammo insieme, io, Bossi, Tremonti e Brancher”. In due interviste, al Corriere della Sera e a Repubblica, il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli fa il punto sul caso Brancher e spiega che sulla sua nomina ”erano d’accordo sia Berlusconi, sia Bossi”: ”nessuno ha proposto o subìto Brancher”.

Positiva per Calderoli la rinuncia allo scudo da parte del neo ministro, poi sulla nota del Quirinale ammette: ”Brancher ha fatto una cosa poco furba” e ”per questo da parte del Colle c’è stato un legittimo risentimento”. Per il ministro leghista la scelta di rinunciare al legittimo impedimento evita ”certe strumentalizzazioni” e respinge l’ipotesi di dimissioni di Brancher, sottolineando che sul suo nome l’unico ”screzio, subito risolto, è stata l’errata comunicazione del titolo ministro per il federalismo”.

Battaglia, precisa, ”che appartiene a Bossi”. ”Da tempo – spiega – si lavorava a far diventare ministro Brancher. Per Bossi l’opzione principale era Aldo alle Politiche agricole e Galan allo Sviluppo economico. Ma questa ipotesi non si è  realizzata per problemi di equilibri interni al Pdl. A quel punto si è parlato di un ministro senza portafoglio”.

Su Repubblica, in particolare, Calderoli punta il dito contro l’opposizione: l’unica cosa che sa fare – dice – ”è infilarsi tra noi e Berlusconi. Così come i poteri forti – aggiunge – impegnati in una manovra nella quale il Corriere della Sera sta ricoprendo una parte di spicco”. ”Poteri forti” che il ministro leghista identifica con ”tutti coloro che pensano di essere superiori alla politica e per la prima volta vedono un governo che tocca i loro privilegi e il Corriere è il terminale di queste manovre”. Poi annuncia: mercoledi’ ”con Tremonti porteremo al Consiglio dei ministri la relazione sul federalismo dalla quale escono numeri incredibili, una foto degli sprechi enormi che noi taglieremo”.