L’8 luglio si voterà la mozione di sfiducia di Pd e Idv contro Brancher

Pubblicato il 30 Giugno 2010 - 10:21 OLTRE 6 MESI FA

Aldo Brancher

L’aula della Camera esaminerà giovedì mattina la mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro Aldo Brancher: lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La mozione è stata sottoscrtitta da 222 deputati: tutti quelli del Pd e dell’Idv. Non è stata invece firmata dall’Udc che già ieri aveva posto il veto a firmare iniziative insieme al partito di Antonio Di Pietro.

La mozione, per la quale è stato previsto un contingentamento dei tempi di quattro ore, sarà votata con appello individuale, come accade per la questione di fiducia.

E una mozione di sfiducia a Brancher il Pd la presenta anche al Senato. Lo ha annunciato il senatore Enzo Bianco, capogruppo in Commissione Affari Costituzionali. “Di fatto – ha spiegato Bianco in una nota – la Commissione Affari Costituzionali, dove è iniziata l’illustrazione degli emendamenti al Lodo Alfano costituzionale, alla presenza di tutti i componenti della Commissione, da diverse settimane ormai attende di conoscere di che cosa si occuperà il Ministro. Abbiamo chiesto al presidente Vizzini di convocarlo immediatamente in Commissione”.

“A questo punto – ha aggiunto Bianco – la preoccupazione che Brancher possa essere stato nominato per usufruire della normativa appare del tutto fondata e questo influirà inevitabilmente sui lavori dedicati all’esame del lodo Alfano costituzionale”.

“Il Pd – ha concluso Bianco – continuerà con una opposizione ferma e decisa, a partire proprio dalla mozione di sfiducia. Il governo dovrà spiegare le reali motivazioni della nomina, delle funzioni che gli sono affidate e di cui, a tutt’oggi, non vi è traccia sulla Gazzetta Ufficiale”.

Il Pd, intanto, ha rinunciato al suo question time nell’Aula della Camera, in calendario per oggi, sulla nomina a ministro di Aldo Brancher: lo ha deciso il presidente dei deputati Dario Franceschini considerato che il presidente del Consiglio non sarà in aula a rispondere. ”Aspetto fino a quando viene”, ha ribadito Franceschini. ”Mi hanno obiettato – ha spiegato – che Berlusconi è in missione all’estero, e quanto ho chiesto quando era disponibile a venire in aula mi hanno detto che era irraggiungibile; come se non esistessero i cellulari e come se fosse possibile dire che un presidente del Consiglio in missione di Stato sia impossibile da raggiungere al giorno d’oggi: una risposta che è divertente ed offensiva allo stesso tempo”.

Da qui la decisione di rinunciare al question time di questa settimana. ”Lo aspetto: deve dire in Aula, al sede propria, sue decisioni, rispettando il Parlamento”. Affermazioni, quelle di Franceschini, che Fabrizio Cicchitto (Pdl) bolla come ”divertenti come cabaret ma destituite di fondamento. Quando il presidente del Consiglio tornerà a Roma esamineremo la questione. Intanto ci pare di capire che l’unica cosa che interessa all’opposizione di questo paese è Brancher”, sostiene.