La pace con la Fia e la fine delle ostilità arriva nel giorno del suo sessantesimo compleanno: un bel regalo per Flavio Briatore, protagonista da team manager della Renault nello scandalo denominato crashgate durante il Gp di Singapore del 2008, quando Nelsinho Piquet provocò un incidente per favorire l’allora compagno di scuderia Alonso.
Quell’incidente pilotato gli era costato la radiazione, e all’ingegnere Pat Symonds una squalifica di 5 anni. Lunedì 12 aprile, è arrivato l’accordo extragiudiziale che mette fino alla disputa legale presso il tribunale di Parigi. Briatore e Symonds si sono impegnati con la Fia a restare fuori dal circus fino al 31 dicembre 2012, la Federazione internazionale a porre fine alla querelle legale.
Dopo mesi di carte bollate, ricorsi e appelli, giunge dunque la parola fine ad uno dei momenti più bui della formula uno. Lo scorso 5 gennaio, la giustizia francese aveva giudicato “irregolare” la decisione della federazione internazionale, presa lo scorso 21 settembre, di squalificare a vita Flavio Briatore il quale era passato al contrattacco chiedendo, oltre alla cancellazione della radiazione, anche un risarcimento di un milione di euro alla Fia.
Dopo un 2009 difficile, Briatore torna al sorriso in questo 2010: la paternità (nemmeno un mese fa è diventata papà di un bimbo, Nathan Falco, nato dal matrimonio con la show girl Elisabetta Gregoraci), la sentenza del tribunale di Parigi che di fatto annullava l’onta della radiazione dal circus e oggi l’accordo extragiudiziale con la Fia. E a questo punto ipotizzare un ritorno di Briatore è più che facile, nonostante le smentite dei giorni scorsi (“non ne sento il bisogno”, aveva detto).
L’ennesima rivincita del manager piemontese è compiuta. A 60 anni Briatore si può preparare a dare nuovo impulso alla sua vita sportiva, riabilitato a tutti gli effetti. Talent scout e viveur, disinvolto con le cuffie dietro al muretto e in pareo tra il Billionaire e la spiaggia bianca di Malindi, Briatore potrà tornare in Formula uno dalla porta principale.
L’ennesimo cambio di fronte per Briatore, non nuovo a qualche uscita di pista. Prima di sbarcare nel Circus grazie alla famiglia Benetton, l’imprenditore aveva dovuto fare i conti con qualche altro guaio: quelli legati all’ambiente della Borsa, il crac di una società e la cassa integrazione degli operai. Briatore non si perse d’animo e si reinventò discografico; dietro l’angolo c’era però un altro scivolone, perché il manager entrò in un giro di bische clandestine che lo portò ad essere condannato dai tribunali di Bergamo e Milano per una truffa ai tavoli verdi. Niente carcere per Briatore, che si rifugiò alle Isole Vergini e tornò in Italia dopo un’amnistia. La quarta vita di Briatore è legata all’amicizia con Benetton e all’ingresso in Formula 1: qui la popolarità non sarebbe tardata ad arrivare, perché al self made man il fiuto non è mai mancato. A lui si deve infatti la scoperta prima di Michael Schumacher e poi di Fernando Alonso, che insieme hanno vinto nove titoli mondiali. Nell’altalena della sua vita, fatta di feste e belle donne (famosa la sua love story con la Venere nera, Naomi Campbell), di amicizie importanti e fiumi di champagne, l’uomo con le babbucce ricamate d’oro, Briatore si rialza di nuovo e a 60 anni.