Brunetta: “Cambiamo l’articolo 1 della Costituzione”

Pubblicato il 2 Gennaio 2010 - 18:03 OLTRE 6 MESI FA

«Che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro non significa assolutamente nulla». Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, intervistato da Libero, lancia la proposta di modificare l’articolo 1 della Costituzione. Parole che provocano le immediate reazioni di Pd e Italia dei Valori. Secondo il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, «l’uscita del ministro Brunetta, l’ennesima da parte della maggioranza che dice cose diverse e spesso opposte, conferma la necessità di un chiarimento condiviso sugli obiettivi e le finalità che ci si propongono».

«La modifica della prima parte della Costituzione – aggiunge Chiti – non è all’ordine del giorno. Non siamo disponibili. Anzi, le modifiche nella seconda parte devono essere assolutamente coerenti con i principi guida della Costituzione. Se la linea della destra è quella di Brunetta – conclude il vicepresidente del Senato – il discorso sulle riforme diventa non possibile intesa ma sicuro scontro». Insorge anche Antonio Di Pietro: «Come volevasi dimostrare: dai un dito e si fregano il braccio – dichiara il leader dell’Idv. – All’indomani dell’invito del Presidente della Repubblica a collaborare per riformare la seconda parte della Costituzione, subito la maggioranza, a cominciare dal ministro Brunetta, si affretta a chiedere di cambiare addirittura l’articolo 1 della Costituzione».

«È il solito disegno di stampo piduista portato avanti dal governo Berlusconi e dalla sua maggioranza – rincara la dose l’ex pm – hanno cominciato dalla giustizia, depenalizzando ciò che prima era reato e proponendo leggi ad personam, per continuare con il lavoro, visto che non riescono a garantire quello che avevano promesso a centinaia di migliaia di lavoratori che oggi si ritrovano in uno stato di assoluta povertà». La Cgil parla invece di demagogia reazionaria: «Brunetta – afferma Carlo Podda, Segretario Generale dell’Fp-Cgil – inaugura il 2010 con un’altra delle sue bordate eversive».

Il ministro della Semplificazione legislativa Roberto Calderoli cerca di riportare la calma: «Io non sono un entusiasta dell’articolo 1 della Costituzione, ma esso fa parte della nostra storia e penso che se si vogliono fare le riforme adesso bisogna limitarsi a cambiare la seconda parte della Costituzione».