Brunetta: “Ci vuole legge antibamboccioni. Ai giovani 500 euro al mese”

Pubblicato il 24 Gennaio 2010 - 17:18 OLTRE 6 MESI FA

Cinquecento euro al mese per i giovani, agendo sulle pensioni di anzianità, per aiutarli così a uscire di casa. E’ quanto ha proposto il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, durante la puntata di ‘Domenica In’ su Raiuno. Ma in serata viene smentito duramente da Palazzo Chigi: «Quella del ministro Brunetta è un’idea del tutto personale, una posizione mai concordata all’interno del governo», dice una nota ufficiale.

«La verità – ha detto Brunetta, tornando sul tema del fenomeno dei ‘bamboccioni’ – è che la coperta è piccola e quindi non ci sono risorse per tutti. Secondo me si deve agire sulle pensioni di anzianità, quelle che partono dai 55 anni di età facendo in questo modo si potrebbero trovare risorse che consentirebbero di dare ai giovani non 200 ma 500 euro al mese».

Brunetta ha riconosciuto che «una proposta del genere scatenerebbe le proteste dei sindacati, che sono quelli che difendono i genitori», ma per il ministro si deve andare nella direzione di dare «meno ai genitori e più ai figli». Brunetta ha poi spiegato che su questa proposta «è d’accordo anche il ministro Tremonti». «L’Italia – ha detto Brunetta – è piena di giovani per bene, che rischiano e che vogliono la libertà. La colpa, se hanno la libertà  tarpata, è nostra, dei loro genitori», ha aggiunto.

Immediate le reazioni del governo.  Il portavoce del ministro della Pubblica amministrazione ha fatto delle precisazioni attraverso una nota: «Qualsiasi intervento a favore dei giovani come i 500 euro di sgravi, detrazioni sugli affitti, borse di studio, prestiti d’onore, incentivi per autoimprenditorialità e altro, ipotizzati oggi dal ministro Brunetta su Raiuno, va realizzato, come ha ben precisato lo stesso ministro, senza aggravare in alcun modo il deficit di bilancio della spesa corrente». «Le risorse necessarie – si legge ancora nel comunicato – vanno quindi reperite intervenendo interamente sulle anomalie e sulle distorsioni del sistema pensionistico e di welfare che, come noto, dà troppo ai padri e quasi nulla ai figli». «Su questa e altre ipotesi a favore dei giovani – conclude la nota – il dibattito è aperto e il ministro Brunetta ne parlerà nei prossimi giorni con i competenti membri del Governo, a partire dai ministri Tremonti, Sacconi, Meloni e Gelmini».

In mattinata il ministro era tornato ad esprimersi sul tema dei ‘bamboccioni’ anche ai microfoni di Rtl. Ricordando le polemiche scatenate la scorsa settimana dalla sua proposta di far uscire «per legge» i diciotteni da casa, Brunetta ha detto: «L’ho detto per scherzo, come paradosso, ma è successa un’ira di Dio perché evidentemente abbiamo toccato un nervo scoperto, che è quello del familismo da un lato e del bamboccionismo culturale prodotto dai nostri egoismi dall’altro».

Insomma, quella sulla ‘legge anti-bamboccioni’ era solo «una lucida provocazione», mentre per Brunetta la vera colpa «non è dei giovani ma dell’egoismo e della miopia dei genitori, che sono iperprotetti dal welfare e lasciano pochissimo spazio di lavoro e garanzie ai giovani, e in cambio se li tengono in casa». Per il ministro della Pubblica amministrazione, al di là delle polemiche, bisogna fare «un esame di coscienza, dare prospettive di libertà di scelta ai giovani e non di costrizione: non c’è lavoro, nelle università non ci sono campus e borse di studio, la preparazione delle università non è abbastanza buona. Infine – ha detto Brunetta – tra pensioni di anzianità e welfare, tutta la stabilità va ai padri, mentre tutta la flessibilità rimane ai figli».