Brunetta: “L’articolo 18 garantisce troppo i padri e non dà nulla ai figli”

Pubblicato il 4 Febbraio 2010 - 09:45 OLTRE 6 MESI FA

«Spendiamo troppo in cattivo welfare per i padri e troppo poco per i giovani. Spendiamo tantissimo per finte pensioni di invalidità e quasi nulla in incentivi per gli affitti e borse di studio per i giovani. Concentriamo la flessibilità sui figli bamboccioni, mentre l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori garantisce i padri che sono ipergarantiti».

A parlare è il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta nel corso della registrazione della puntata di Porta a porta. Secondo il ministro, che parlava delle polemiche legate ai cosiddetti “bamboccioni” il risultato è che «sono proprio i genitori, per compassione, a tenere i figli in casa fino a tarda età».

Brunetta ha tenuto a sottolineare che il termine bamboccioni non è una sua invenzione, ma ad aver usato per primo l’espressione è stato l’ex ministro Tommaso Padoa-Schioppa.

Alle parole di Brunetta sono seguite diverse reazioni. Il primo a parlare è l’eurodeputato del Pd Sergio Cofferati, presente alla registrazione della puntata: «Cosa c’entra l’articolo 18 con il presunto ipergarantismo? L’articolo 18, come Brunetta dovrebbe sapere, è una norma che vieta il licenziamento senza giusta causa, è una norma di civiltà del lavoro. Una norma importantissima, che solo Brunetta sa cosa c’entri con quello che lui chiama l’ipergarantismo dei padri».

L’altra ospite della trasmissione è Renata Polverini, candidata del Pdl alla Regione Lazio che spiega: «I primi ad aver attaccato l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori sono stati i Radicali». Per Massimo Donadi dell’Idv invece, «la battaglia di Brunetta contro i bamboccioni è in realtà un attacco ai lavoratori, un’offensiva contro i diritti. Dovrebbe misurare meglio le parole, soprattutto in un periodo di forte crisi come questo, in cui sono stati bruciati centinaia di migliaia di posti di lavoro».

Per Rosy Bindi del Pd «Brunetta dimentica che oggi sono questi padri, anche quando sono in cassa integrazione, a dare un minimo di certezze ai propri figli. Ai ministri si chiede di avere proposte serie ed efficaci e non di lanciare messaggi ideologici da pasdaran della deregulation dei diritti».