Brunetta: “No ad Ici e patrimoniale”

Pubblicato il 3 Dicembre 2011 - 11:21 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''Il sentiero è già tracciato ed è piuttosto stretto: se la manovra del governo Monti resterà dentro quel cammino, noi la voteremo volentieri. Se invece se ne discostasse, non avrà il nostro appoggio. E questo eventuale fallimento non sarebbe una responsabilità politica nostra, ma dell'esecutivo tecnico''. Lo dice in un'intervista ad Avvenire l'ex ministro della Pubblica amministrazione e dell'Innovazione Renato Brunetta.

La rotta, spiega, ''è stata tracciata con la lettera del nostro governo alla Commissione europea del 26 ottobre. Nella quale anzitutto si confermava l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 e si elencavano una serie di misure – dalle privatizzazioni alle modernizzazioni – per conseguire quel risultato. Misure giudicate positivamente dalla Ue e validate poi dagli ispettori come confermato dal rapporto del commissario Rehn. Quello è il sentiero. E nelle sue dichiarazioni programmatiche Monti ha ribadito questi impegni. Cosa è accaduto dopo il 26 ottobre? Sostanzialmente che il peggioramento della congiuntura e l'incremento dello spread sui titoli di Stato, con conseguente incremento della spesa per interessi, hanno reso necessaria un'ulteriore correzione di circa 1 punto di Pil, 17-18 miliardi circa, metà nel 2012 e metà nel 2013 proprio per arrivare al pareggio di bilancio stabilito. Questo al netto dei 20 miliardi già previsti con la delega fiscale e assistenziale. Dunque l'impegno sostanziale e politico al quale deve sottostare Monti è implementare i contenuti della lettera alla Ue, coniugandoli con misure per la crescita economica''.

Brunetta precisa che è favorevole all'''introduzione anticipata dell'Imu, vista la situazione d'emergenza'', ma ''secondo i criteri e le modalità che avevamo fissato'', mentre se ''si ipotizza un ritorno sic et simpliciter dell'Ici sulla prima casa, allora il nostro è un 'no' netto''. ''Molta ipocrisia e altrettanta ideologia'' per l'ex ministro ci sono sulla patrimoniale: i super ricchi in Italia ''non ci sono – dice -. O meglio non risultano al fisco, se non quei 5-10mila che già pagano''.